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39 Aprile 2021 → dirne la filosofia e le produzioni, verificarne la stabilità e il livello qualitativo e tenerlo monitorato nel tempo. È ovvio che i primi a volere prodotti stabili e in forma, dopo i birrifici, siano i distributori. Per conservazione, si intende prima di tutto l’essere dotati di sistemi refrigerati per lo stoccaggio. Per la verità, fino a qualche anno fa solo alcuni operavano in questa maniera, ma oggi possiamo dire che lo faccia la maggior parte e che lo facciano anche molti pub. Questo è dovuto a una maggiore sensibilità dei consumatori, ma anche al fatto che alcuni stili, soprattutto luppolati, siano diventati protagonisti delle no- stre pinte e siano tra quelli che piùnecessitanodi una corretta conservazione. In ogni caso, quale che sia lo stile in cui viene proposta, la birra artigianale rimane pur sempre un prodotto vivo e in quanto tale richiede accorgimenti che ne preservino al meglio le caratteristiche. Per conservazione intendiamo inoltre la possibilità di fare da magazzino alle altre attività che, per ragioni logi- stiche piuttosto che di dotazione tecnica, avrebbero difficol- tà a gestire quantitativi ingenti. Non tutti i pub, ristoranti, pizzerie e beershop hanno ampi spazi di stoccaggio e se si va ad acquistare direttamente dai birrifici questo può essere un problema. Proseguendo, possiamo senz’altro riconoscere alla distribuzione una funzione formativa nei confronti dei pu- blican e degli staff dei locali. La formazione consente di fare inmodo che si conoscano inmaniera più approfondita i pro- dotti, così da presentarli inmodo corretto, nonché servirli al meglio. La funzione formativa è diretta anche nei confronti dei consumatori e avviene, così come per i birrifici, dal vivo in ambiti fieristici, con dimostrazioni o spiegazioni ad hoc, e sempre più spesso anche online, con descrizioni tecniche e degustazioni sulle pagine social e sui siti internet. In ultimo, la distribuzione aumenta di fatto la di- sponibilità e la varietà dei prodotti presenti sul territorio, andando a sviluppare la commercializzazione in direzioni diverse da quelle più classiche e con prodotti differenti da quelli più comuni. È chiaro che non tutti hanno le capacità e la voglia di svolgere tutte queste funzioni, ma i migliori distributori lo fanno. Un tratto in comune conmolti birrifici è il fatto di es- sere aziende di piccole dimensioni, giovani e nate da una pas- sione sincera per lo stesso prodotto, che in alcuni casi si sono poi strutturate e sono diventate realtà importanti. COME STANNO AFFRONTANDO LA CRISI Cerchiamooradi capire inchemodoe conqualimezzi i distri- butori stanno affrontando questa tempesta, che li vede a oggi esclusi da ogni tipo di supporto, così come la quasi totalità dei birrifici artigianali. Unodei pochi aiuti èun fondostanziatodal Ministero dell’Agricoltura, cui possono accedere determinati codici Ateco relativi alla somministrazione, per ricevere un ri- storno rispetto all’acquisto di prodotti italiani. CHE COSA FANNO I DISTRIBUTORI PER IL MONDO DELLA BIRRA ARTIGIANALE Il ruolo che i distributori, in particolare quelli specializzati, stanno svolgendo a vari livelli nel e per il mondo della birra artigianaleè innegabile, inparticolareper quanto riguarda i se- guenti aspetti: ricerca, selezione, conservazione e formazione. Per ricerca e selezione, si intende l’andare a cercare nuovi produttori piuttosto che altri già esistenti, approfon- MAGAZINE NOVITÀ, DEGUSTAZIONI, PRODUZIONI, ITINERARI NEL MONDO BIRRARIO BIRRA NOSTRA L'articolo è tratto da Birra Nostra Magazine, bimestrale edito da Quine e frutto della collaborazione tra Gruppo LSWR, Birra Nostra e l’associazione MoBI - Movimento Birrario Italiano. Birra Nostra Magazine racconta novità, degustazioni, produzioni, itinerari del mondo birrario italiano e internazionale, con particolare attenzione alla birra artigianale e ai piccoli produttori. www.facebook.com/BirraNostraMagazine.
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