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87 Maggio 2021 piani di marketing. La seconda, nonmeno lodevole, vede un rafforzamento delle già intraprese opera- zioni di recupero di vitigni territoriali abbandonati e, con esso, di zone di produzione dall’enorme vo- cazione, rimaste semplicemente offuscate da altre, dotate di tutt’altra spinta comunicativa, più adatte a cavalcare una logica di mercati globali. La tendenza alla differenziazione e a una sorta di micro-territo- rialità che si va prospettando, insomma, potrebbe favorire quelle piccole o piccolissime, quindi pecu- liari, zone di produzione, in cui un vitigno, soprat- tutto autoctono, può garantire risultati di assoluta eccellenza e di conseguenza fornire un inestimabile volano commerciale proprio per la sua straordina- rietà. In questo scenario, tutto sommato propizio anche a livello di offerta enoturistica, in vista di una prossima ‘riapertura’, unadelleRegioni dal futuropiù brillante sembraproprio essere laBasilicata, unvero paradiso enologicoper il convivere, al suo interno, di condizioni pedoclimatiche molto eterogenee; basti pensare all’areadel Vulture, sostanzialmentediversa dal pur vocatissimoMaterano, per nonparlare della zonadel Grottinodi Roccanova, unaDOCancora se- misconosciuta ma dall’enorme potenziale. TENUTA MARINO In questo coacervo di ricchezza vitivinicola è indub- bio che il Parco Nazionale del Pollino, dove sorge TenutaMarino , di cui vi parlo oggi, è uno dei più in- teressanti. Una terra, quella che si estende attraverso tre comuni (Noepoli, SanGiorgio Lucano e Senise) e due province (Matera e Potenza), dedicata alla colti- vazionedell’uvada tempo immemore. Imotivi sono facilmente individuabili nel microclima collinare, protetto dagli influssi di mar Ionio e Tirreno e tem- perato da ogni escursione troppo violenta, da sem- pre nemica della vite. Francesco Marino non a caso sceglie questo territorio per estendere l’attività frut- ticola della sua azienda, che guida fin dagli anni ’70, alla viticoltura, scegliendo di puntare sui territoriali, ❁ in testa l’Aglianico. Unafiducia amplificatadalla scel- ta di coltivare in regime sostenibile, con abolizione di ogni prodotto di sintesi e promozione della bio- diversità, proprio perché i prodotti risultino ancora più chiara espressione del territorio. Oltre all’Aglianico, ora si allevano Primitivo, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon e Greco, che ri- tornano in bottiglie dalla marcata personalità, de- stinate a imprimersi indelebilmente nellamemoria – olfattiva e gustativa – di chi li assaggia. Alle porte, peraltro, vista la grandissima ricchezza territoriale, che consente anche a vitigni internazionali (due su tutti, Merlot e Syrah) letture originali ed esaltanti, un primo taglio bordolese che agli assaggi in bot- te sembra già rivelarsi la classica ‘bomba’. Un ideale viaticoper rendere l’uscitadaquestoperiodoancora più gustosa! A seguire gli assaggi: MATERA DOP PRIMITIVO TERRA ASPRA 2013 In tre parole, la pièce de résistance aziendale. Mora e mirtillo, insieme a tocchi di foglia di pepe al naso, bocca densa e succosa, tannini sapidi, finale di persistenza, con ritorno di piccoli frutti neri. MATERA DOP GRECO 2019 Un Greco di grandissima levatura. Susina gialla e rosmarino al naso, con tocchi balsamici, bocca verticale, ricca, finale fruttato e profondo. BASILICATA IGP AGLIANICO TERRA ASPRA BIANCO 2016 Sorprendente lettura ‘in bianco’ di un vitigno che rappresenta uno dei patrimoni territoriali. Pesca-noce e acacia al naso, bocca sapida, bellissima persistenza.

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