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1 Giugno 2021 L’orgoglio dopo i pregiudizi Editoriale L’ amore per la parola scritta e il piacere per la scrittura, uniti ad una buona dose di fa- to&destino, mi hanno portato ad essere, nella vita, un giornalista; in particolare un gior- nalista che scrive di bar e di ristoranti. Ma, prima ancora, resto anche e soprattutto un cliente di bar e ristoranti. Inquestomomento, voglioparlaredaclien- te, econdividereconchimi legge lagrande soddisfa- zionee il grandepiacere provati inqueste settimane in cui, finalmente, ho potuto tornare a frequentare i locali pubblici, ho potuto riassaporare il piacere di un espresso al bancone del bar, ho potuto cenare al ristorante in buona compagnia, ho potuto gusta- re l’aperitivo fuoricasa comodamente seduto ad un tavolino all’aperto, gustando le belle sensazioni di inizio estate. Voglio condividere la grande soddisfazio- ne che ho provato nel vedere finalmente il sorriso sui volti dei baristi e dei ristoratori, nel vedere i lo- cali affollati, i tavoli occupati, il personale indaffa- rato. Siamo un Paese in cui è raro sentirsi dire che gli affari vanno bene, quasi fosse una colpa, ma ora tutti gli esercenti con cui mi è capitato di parlare hanno risposto inmaniera unanime e senza esita- zione che le cose – e gli affari – finalmente vanno bene. E lo dicono con piacere e con orgoglio. Ed è quest’ultima la parola chiave. Arriviamo da un periodo pessimo per la categoria, al centro dell’attenzione mediatica so- lo per il ruolo di potenziali diffusori del virus. Si è parlato molto di chi ha scelto forme di protesta discutibili, e poco o niente del grande senso di re- sponsabilità dimostrato dalla stragrande maggio- ranza degli imprenditori del settore, che hanno accettato le chiusure forzate amalincuore, ma con serietà e spirito di servizio. Anche le scelte più di- scutibili e difficilmente comprensibili, dagli orari di apertura, ai coprifuochi variabili e ai cambia- menti dell’ultim’ora con pochissimo rispetto per chi di queste attività vive. La categoria esce da questa traumatica esperienza più forte di prima , non solo per la vec- chiamassima “quel che non uccide ti rende più for- te”, ma anche per un’altra ragione. I mesi di chiu- sura forzata hanno fatto capire a tutti, anche agli italiani meno restii alle uscite fuoricasa, il ruolo fondamentale che i bar e ristoranti hanno per il benessere della comunità. Negli ultimi anni si è parlato e abusato della parola “popolo”. Bene. La pandemia, che ha costretto tutti a vivere chiusi in casa, ha chiarito benissimo che il benessere del popolo passa at- traverso la socializzazione. E che il luogo principe della socializzazione è il pubblico esercizio. Senza bar, senza ristoranti, pub, birrerie e pizzerie non c’è gran parte della vita sociale delle persone. E senza vita sociale saltano relazioni e rapporti e gli indi- vidui si trovano soli. Salta la comunità, non esiste più il popolo ma tanti individui soli. E, diciamolo, individui soli e un bel po’ tristi. Lo dicevo all’inizio. Le mie passioni e il ca- so mi hanno portato ad essere un giornalista. Ma se interessi e fato mi avessero spinto a diventare barista o ristoratore, come chi mi legge, io oggi mi sentirei davvero orgoglioso. Orgoglioso di svol- gere un ruolo fondamentale nel benessere della comunità in cui vivo. ❁ di DAVID MIGLIORI Mixer La categoria degli esercenti esce dalla pandemia più forte, conscia del proprio ruolo fondamentale nella società
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