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84 Professione Mixer Shaken, not broken! marketing e comunicazione / Abbiamo intervistato Robert Kunze-Concewitz, CEO dell’azienda Campari , proprietaria dei marchi Campari, Aperol, Skyy Vodka, Wild Turkey, Grand Marnier, Appleton Estate, Bulldog Gin, Averna, Cynar, Braulio, Cinzano, Espolon, Campari Soda, Crodino, e tantissimi altri marchi conosciutissimi e protagonisti del mondo del bar e dei cocktails. di Roberta Parollo A bbiamo voluto approfondire alcuni temi generati dalla pan- demia, evidenziando non solo le prospettive del canale viste da un grandissimo operatore del mercato degli spirits, ma anche le attività che la Campari ha messo in piedi per supportare il nostro canale bar, così provato dalla pandemia in tutti i Paesi in cui l’azienda opera: un piano chiamato ‘Shaken, not broken’. Un’azienda veramente globale alle prese con una pandemia altrettanto globale: come è andato il vostro business nel 2020? In generale, possiamo confermare che i nostri marchi mostrano di essere in buona salute e come sempre marchi rilevanti per i consu- matori e le loro preferenze, sia a casa che fuori casa: la nostra per- formance complessiva nel 2020 ha evidenziato una forte resistenza del business e anche solidi trend di crescita, particolarmente soddi- sfacenti nel canale off-premise (fuori dal canale Horeca, quindi nel consumo ‘dentro casa’ - ndr), come dimostrano i dati totali di con- sumo dei nostri brand, in crescita a doppia cifra. Durante il 2020, pur continuando ad attuare la nostra strate- gia di crescita a lungo termine, anche grazie all’acquisizione di nuovi marchi in diversi Paesi del mondo e ad operazioni di M&A (Merger and Acquisitions, cioè attività di crescita ‘inorganica’, tramite acqui- sizioni e fusioni con altre aziende locali – ndr), abbiamo aumenta- to i nostri investimenti di marketing per nutrire, in particolare, le opportunità di consumo domestico che si sono rivelate grazie alla pandemia, come in altre categorie del mercato Food & Beverage. Rimaniamo cauti sulla prospettiva di medio termine di questi indici di crescita, a causa dell’incertezza legata alle restrizioni e ai pia- ni di somministrazione delle vaccinazioni, che ancora impattano in modo sostanziale e particolarmente nei canali di distribuzione fon- damentali per noi, l’on-premise (Horeca) e nel Global Travel Retail, (consumo e acquisti di prodotti alcolici negli aeroporti fatti da colo- ro che viaggiano in zone di tax free trade - ndr) mentre prevediamo che i consumi domestici rimarranno comunque sostenuti, poiché pensiamo che le persone non perderanno l’abitudine di invitare gli amici per un aperitivo a casa, una cena informale. Come sono cambiate, se sono cambiate, le abitudini e i bisogni dei consumatori in materia di spirits durante questo ultimo anno? Abbiamo visto tanti nuovi fenomeni, e certamente per tutti lo svi- luppo dell’e-commerce è stato uno dei più evidenti e dei più im- portanti: il lockdown è servito a far superare a molti consumatori lo scoglio psicologico dell’acquisto online degli spirits per il consumo domestico. Se guardiamo ai dati globali, abbiamo visto addirittura quin- tuplicare le vendite del canale e-commerce, e questo è un fenomeno davvero impressionante.
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