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15 Luglio 2021 cedura alternativa: su tutte, il fatto che il pliconondoveva esser spedito tramite un’ordinaria raccomandata, bensì doveva esser consegnato al personale incaricato del concessionario, che avrebbe dovuto rilasciare una ricevuta con il codice identificativodellapratica. Inmolti casi detta procedura non è stata correttamente osservata, per responsabilità non completamente addebitabili al soggetto istante, mettendo quindi a ri- schio il buon esito della pratica. Ariprovadelledifficoltà tecnico/operativefinoaquelmomento intercorse, 3 giorni prima della scadenza il termine per la presentazio- ne delle domande, originariamente fissato al 28 novembre 2020, viene prorogato alla data del 15 dicembre del medesimo anno. Sembra ra- gionevole ritenere che il timore del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), individuato dalla norma quale “regi- sta” istituzionale della misura in commento, sia che le difficoltà sopra descritte, certamente accentuatedal caos generatodall’ennesimopicco pandemico registratosi in Italia tra imesi di novembre edicembre2020, possano pregiudicarne la buona riuscita. Non a caso, con l’approvazione della Legge di conversione del D.L. n. 137/2020, c.d. “Ristori”, intervenuta a fine dicembre, le risorse stanziate vengono sensibilmente diminuite: a fronte dei 600 milioni di euro originariamente destinati, la dotazione del fondo viene ridotta a 450 milioni di euro, di cui 250 milioni per il 2020 e 200 per il 2021, prevedendo espressamente che queste ultime possano essere utilizza- te, oltreché per soddisfare le istanze giàpresentate entro il 15dicembre 2020, ancheper “eventuali ulteriori istanzedi contributo”. In sostanza il legislatore corre ai ripari: nel caso incui il valoredelledomandepresen- tate sia inferiore alladotazionedel fondo, le risorsenon spesepotranno esser utilizzate per rifinanziare la misura anche nel 2021. Ed in effetti, alla chiusura dei termini per la presentazione delle istanze, a frontedelle 46.692domande inoltrate (circa 31mila viawebe circa 15mila attraverso gli uffici postali), l’importo totale dei contribu- ti richiesti si aggira intorno ai 345 milioni di euro (fonte – comunicato stampa MIPAAF del 13.01.2021). Numeri che non sono certo rappre- sentativi di un fallimento, ma che sono ben lontani dall’iniziale stima pari a 600milioni di euro. Giunti ai primi mesi del 2021, le decine di migliaia di imprese chehannopresentato istanza aspettano chenel proprio conto corrente vengano accreditate le risorse. Ma come anticipato inpremessa, anche la fasedellacorresponsionedei contributi ècaratterizzatadadiversi pro- fili di criticità che ne comporteranno, per lamaggior parte degli istanti, una spiacevolissima dilatazione dei tempi di pagamento. Anche inquesto caso occorre considerare che il proliferare del- le problematiche è stato anzituttodeterminatodalla previsione di una procedura particolarmente complessa, contraddistinta da una corre- sponsione frazionata del contributo: un anticipo pari al 90% dell’am- montare richiesto viene elargita “subito”, vale a dire a seguito dei con- trolli circa il rispetto dei requisiti per accedere al beneficio, mentre il restante 10% viene corrisposto solo in un secondo momento, e a con- dizione che l’istante si sia premurato, entro 15 giorni dal ricevimento dell’anticipo, di trasmettere tutte le quietanze di pagamento relative alle fatture di acquisto già inserite nel plico in sede di presentazione della domanda. Fatto sta che i primi bonifici sono stati disposti solo nel mese di marzo 2021 e agli inizi di giugno il 25% degli istanti non ha ancora ricevuto, neppure parzialmente, quanto spettante. I ritardi hanno riguardato, principalmente, le domande car- tacee, in relazione alle quali, a causa di difficoltà tecniche registrate in fase di acquisizione delle istanze, a molti ristoratori è stato addirittura richiestodi inoltrarenuovamente ladomanda, questavoltautilizzando la procedura telematica. I primi bonifici sono stati disposti solo nel mese di marzo 2021 e agli inizi di giugno il 25% degli istanti non ha ancora ricevuto, neppure parzialmente, quanto spettante. Inaltri casi, è stata riscontratauna carenzadocumentale (asseri- tamente addebitabile al soggetto istante), cui è conseguitauna richiesta di integrazione, a cui è stato condizionato il buon esitodella procedura e quindi l’accreditamento del contributo. Nelle risposte allemolteplici interrogazioni parlamentari pro- poste negli scorsi mesi, il Governo ha sempre dichiarato di seguire con attenzione l’attuazione della misura di sostegno, anche attraverso un costante confrontocon il concessionarioPoste Italiane. Èbene sul punto rilevare che tra i fattori che non hanno di certo giovato, figura anche la crisi di Governo nel contempo intervenuta, e il conseguente avvicen- damento al vertice del MIPAAF. Ad ogni modo, lungi dal voler esprimere giudizi di responsabi- lità sui soggetti istituzionali e non, che hanno “governato” il fondo per la filiera della ristorazione; giudizi che di certo non competono a chi scrive. Rimane fermo, tuttavia, che a quasi un anno da quella vigilia di ferragosto alcune imprese non si sono viste ancora riconoscere – pur avendone titolo – quel contributo che avrebbe dovuto sostenerle inun periodo di estrema difficoltà come quello tutt’ora in corso. Questa sintetica cronistoria si chiude con l’auspicio che, nono- stante tutto, nonmanchi molto affinché la misura possa dirsi definiti- vamente attuata e che quindi se ne possa presto prendere atto. Rimane ferma, tuttavia, un’ulteriore presa d’atto, altrettanto importante, rappresentata dal fatto che un aiuto, per considerarsi tale, deve esser fornito tempestivamente e, dunque, nel momento in cui il beneficiario ne ha bisogno. In questo caso, può sostenersi che la “fortuna” di chi presta l’aiuto è rappresentata dal fatto che il rispettivo beneficiario ne ha ancora un estremo bisogno. ❁
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