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83 Settembre 2021 ‘importanti’, in termini di pesantezza e complessità, si è arrivati alla rinomanza dei giorni odierni, dove il vitigno principe del panorama Regionale, ovverosia l’Aglianico, reinterpretato in chiave alleggerita, ossia privilegiandone la vena acida e labevibilità, adispet- to della componente tannica, ha condotto la tipo- logia e la zona, quella propaggine nord-occidentale dellaprovinciadi Potenza - collocataquasi al confine dellaCampania – che si sviluppa allependici del vec- chio vulcano inattivo, a trasformarsi inuna delle più raffinate (e forse anche sottostimate) DOC d’Italia. LA CANTINA CASAL DRAGONE Discorsodiversomerita la Provincia diMatera, zona di produzione (DOC fin dal 1990) di cui mi occupo oggi, incui la tradizionedella viticoltura è altrettanto remota, dato che si può datare a circa 1300 anni a.C., che tuttavia nella sua storia, anche recente, non può annoverare espressioni viticole di rilevanza assolu- ta. Esiti che sicuramente non si possono attribuire alla scarsa vocazione del territorio, piuttosto a una diversa politica di investimenti. Una delle cantine che si sono incaricate di ribaltare questa tendenza è proprio CasalDragone di ContradaPietrapenta, due passi dalla ‘città dei sassi’, spettacolo sempre inegua- gliabile, ma anche piccolo, mozzafiato paradiso na- turale affacciato sullaRiservaNaturale SanGiuliano, dominata dal lago omonimo. Innanzitutto, ènecessario sottolineare che si tratta di una realtà storica, dato che la famiglia Dra- gone, attestata nel territorio materano fin dal 1882, già negli anni ’20 del secolo scorso si era dedicata in- tegralmente alla produzione e vendita vinicola, con diversi punti vendita collocati in città, arrivandopoi, già alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nella sede attuale di Contrada Pietrapenta, inmododa fa- cilitare, appena dieci anni dopo, l’iniziodellaprodu- zione a marchio. Parlare di Casal Dragone, peraltro, è parlare di un progetto di sostenibilità composito, chepartedalla coltivazionedellematerieprime: ceci, lenticchie, grano, perpoi arrivareai trasformati, pasta ❁ di semola su tutti, prodotti utilizzati nella ristorazio- ne dell’agriturismo (ma anche venduti nello shop, sia fisico che on-line), e culminare nella produzio- ne vinicola, da sempre la più alta ambizione di casa e l’incarnazione del lavoro di una vita. Soprattutto Primitivo, coltivato nei terreni a matrice argillosa, di medio impasto, della piana, ma con ottime lettu- re anche di vitigni internazionali. Ovviamente alta- mente consigliata lavisitadi persona, per beneficiare anche di momenti di ineguagliabile bellezza visiva. Nel frattempo, provvedoa raccontarvi i due vini pro- dotti, entrambi dotati di caratteristiche di finezza ed eleganza di fattura. MATERA MORO DOC IL DONO 2018 Blend di Cabernet Sauvignon 60%, Primitivo 30%, Merlot 10%, che nasce da uve vendemmiate dopo lieve appassimento in pianta. Interpretazione di pulizia ed equilibrio evidente fin dal naso, che sa di visciole e mora, con leggera traccia di gardenia, poi tocchi di cannella. Bocca densa e compatta, succosa, con tannini salmastri e ritorno di frutta di sottobosco. BASILICATA IGP ROSSO KISTOS 2018 Altro blend a prevalenza Primitivo capace di raccontare un territorio nella sua complessità. Lavorato separatamente fino alla fine della fermentazione, successivamente assemblato e affinato in barrique, tocchi di susina selvatica, sferzate di alloro, ginepro e chiusura sulle note della liquirizia. La bocca è densa, con tannini salmastro-sapidi e bella persistenza.
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