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7 Settembre 2021 SINISTRA Roberto Calugi, direttore generale di Fipe Confcommercio SOTTO Alfredo Zini, titolare del Ristorante Al Tronco di Milano faccia: infatti, se da un lato c’è un Paese che propone offerte di occupa- zione, dall’altro stupisce la mancanza di risposta, compresi i 120mila professionisti (su 150mila totali che mancano all’appello) – assunti a tempo indeterminato – che lo scorso anno, a causa dei troppi impedi- menti imposti a locali e ristoranti, hanno deciso di cambiare lavoro e sospendere i loro contratti. Ma quali sono le cause effettive di questo vuoto occupazionale? Il dibattito si è acceso su più fronti in quanto, sul ‘tavolo degli imputati’, si èmesso il controverso Reddito di Cittadinan- za, per alcuni la ragione principale del suddetto ‘torpore’ professionale della ristorazione. TRA LE VARIE CAUSE… “Questo genere di problema dipende da più fattori ben riscontrabili nella situazione attuale – spiega il dottor RobertoCalugi, direttore ge- nerale di Fipe Confcommercio –. In primis c’è la continua incertezza a cui il settore è stato sottoposto negli ultimi mesi, tensione che si è fatta sentire in maniera ancora più forte con l’introduzione del green pass. Quindi, analizzando questo aspetto, tutti coloro che hanno trovato l’opportunità di lavorare in un altro ambito, non più legato alla risto- razione, hanno deciso di cambiare, spinti soprattutto dalla ricerca di una garanzia economica”. Aquesta fase specifica si è affiancata la carenza di un’altra ‘forza lavoro’molto attivanelle grandi città: “Lamancanza degli studenti uni- versitari che davano una mano in sala si è percepita inmodo evidente – prosegue Calugi –. Il loro contributo per periodi più o meno lunghi portava respiro ai ristoratori”. A tutto ciò va ad accostarsi un effettivo ‘spiazzamento’ provocato dalle politiche passive del lavoro come il Reddito di Cittadinanza e non solo. “Ci sono situazioni in cui le perso- ne, per non perdere questi sussidi, preferiscono rinunciare alle diverse opportunità. Di per sé il Reddito di Cittadinanza può essere una valida base per dare aiuto in un momento complicato – specifica il direttore generale di Fipe – Ciò che andrebbe modificato, invece, è la politica attiva del lavoro, come i navigator o tutti coloro che avrebbero dovuto mettere in contatto domanda e offerta”. Fipe sta intervenendo in maniera concreta per supplire alle carenze di personale e dare aiuto alla ristorazione penalizzata su più fronti, cercandopropriodi legare adoppiofilo il rapporto tradomanda eofferta. “Abbiamo stipulatounaccordo conAssosomm, l’Associazione Italiana delle Agenzie per il Lavoro. Con le Confcommercio sul territo- riodiamoassistenza ai nostri associati anchenella ricercadel personale ma, il verodilemma, è stata lamancanzadi 150milafigureprofessionali. Se si lavorerà in modo efficace e sensato questo problema rientrerà – concludeRobertoCalugi –Deveperò ‘tornare il sereno’ sul settore della ristorazione, bisogna investire sulle competenze del personale e, una volta terminata la pandemia, di sicuro, questo genere di difficoltà non sarà più riscontrabile o solo inminima parte”. REDDITO DI CITTADINANZA E RISCHIO DI LAVORO NERO Anche Alfredo Zini , proprietario dello storico Ristorante Al Tronco di Milano, fa un focus sulla situazione presentando alcune criticità, so- prattutto in riferimento alle retribuzioni, ai contratti o al rinnovo degli stessi. “Per un neodiplomato il salario mensile, comprensivo di 40 ore settimanali, si aggira tra gli 800 e i 900 euro, ai quali si aggiungono una serie di voci di servizio e contributi che inbustanon si vedonoma sono abeneficiodel lavoratore. Per l’azienda talecifradiventaalmenodi 1.500 euro”. A tali considerazioni, da tempodiscussepoiché sono tra i cardini di un tanto sperato abbassamento dei costi del lavoro per le imprese, si affiancano le argomentazioni legate al Reddito di Cittadinanza e al- la stessa Cassa Integrazione. “La sicurezza di avere un’entrata mensile, almenoper unperiodopiùomeno lungo, dipende da un timore ormai radicato nel futuro”. Commenta Alfredo Zini. Ma, dall’analisi del proprietariodel RistoranteAl TroncodiMi- lano, emerge un’altraquestione importante, ossia il rischiodi ‘far incre- mentare’ il lavoro nero: “Per non perdere i vari aiuti, alcuni chiedono proprio di non essere ‘messi in regola’. L’imprenditore risparmia tutta laparte contributivama, così facendo, si finisce inuna condizione asso- lutamente sbagliata per il sistema. Pure la reintroduzione dei voucher e di altri strumenti interessanti e utili per arginare il lavoro nero sono venutimeno. Il problemaè chenonsi senteparlaredi una revisionenon solo dei contratti di lavoro ma del welfare generale: sarebbe vitale per crearenuovi postima conuno sgravioper le imprese”, conclude Zini. ❁

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