Mixer 340 Ottobre 2021

2 Ottobre 2021 Mixer S e il 2020 è stato un annus horribilis per la Ter- ra, sferzata dallaprima verapandemia globale, bisogna riconoscere che l’estate del 2021 ha segnato un punto particolarmente doloroso in ter- mini di emergenze di diversa natura: basti pensare ai drammi dell’Afganistan, abbandonato a gestire impreparato una transizione socio-politica in un clima di violenze e sopraffazioni, o al vergognoso fe- nomenodegli incendi estivi, cheha raggiunto i limiti dell’autolesionismo umano, aumentando il carico di eredità passive a danno delle future generazioni, sulle spalle delle quale lasciamo accumulare giorno dopo giorno il difficilissimo rebus della sostenibilità ambientale e umana del pianeta. Sullo sfondo, an- cora, le nuvole nere del Covid-19 e di una gestione che, tra varianti e ricadute, si profila tutt’altro che semplice, soprattutto a breve termine. Proprio dal fronte-Covid però viene anche uno spiraglio di speranza : a partire da un vaccino ela- borato inpochimesi per arrivare ai progressi dello stes- so piano di vaccinazione, fino all’implementazione di uno strumento socio-sanitario come il GreenPass, che ha le potenzialità per archiviare con il suo estensivo utilizzoquella stagione dimisure restrittive chehapro- fondamente segnato in particolare proprio il settore che FIPE rappresenta. Certo, in tanti considerano la certificazione verde l’unico strumento per incoraggiare la vaccina- zione con laquale si escedall’emergenza sanitaria, sal- vopoi pretenderederogheoeccezioni per se stessi oper la propria attività…però, come talvolta accade, il nostro Paese in fin dei conti stupisce. Anche tra le polemiche, infatti, siamo tra i primi almondo per tasso di vaccina- zione e, tra tantissime difficoltà, vi è stata la costante capacità in questi mesi di adottare comportamenti e responsabilità sociali non scontati. L’analogia con le Olimpiadi di quest’estate in qualche modo salta agli occhi: non tanto e solo per i grandi risultati dei nostri atleti, con un medagliere olimpico che ha dato insperate soddisfazioni all’Italia sportiva. Quellochedavverocolpiscedi questa stagione olimpica sui generis è un ritorno prepotente dei valori che sono alla base dello sport e, soprattutto, proprio dell’evento olimpico. Ci hanno insegnato tanto quelli che hanno vinto in queste Olimpiadi: in molti casi, nomi ai più sconosciuti che, con semplicità quasi sconcertante, hanno impressionato per serietà ed equilibrio, dedi- di LINO ENRICO STOPPANI presidente FIPE Le lezioni dellosport cando la propria gioventù agli allenamenti e alla fati- cosa costruzione di una carriera sportiva, tra rinunce e sacrifici facilmente immaginabili, ma con generosità, sorrisi e una contagiosa voglia di vivere. E’stataun’Olimpiadeitalianadovehaprevalso il giocodi squadraanchequandosi trattavadi sport in- dividuali: basti pensare all’atletica, all’oro condivisodel salto in alto, “all’amicizia” tra discipline diverse, al cicli- smo, al nuoto alla ginnastica ritmica, tutti segnati dalla commovente condivisione del successo con la propria famiglia, spessocon i nonni, lagenerazioneche ilCOVID ha decimato e che i nipoti hanno riportato protagoni- stanell’affetto enel sostegno al proprio sogno sportivo. Ci hanno insegnato tanto anche gli atleti che non hanno vinto , ma hanno partecipato con dignità e coloro che, con altrettanta dignità e molto coraggio, si sono fermati per rispetto verso se stessi, dimostrando che -nella societàdellaperformance- nonèundramma perdere, mentre l’unica tragedia rimane solo quella di non impararenientedaimomenti difficili edagli errori. E, apropositodi difficoltà, un’insuperabile le- zione olimpica viene dagli atleti para-olimpici . Elisa- betta Soglio sul Corriere della Sera li ha definiti “ ribelli ”: perché “ ogni giorno si ribellano a una malattia, a una menomazione, a un destino che solo apparentemente li condanna a una non vita ”, ma si potrebbe intravedere in loro un’eccezionalità ancora più profonda. Gli atle- ti paraolimpici non si ribellano alla loro condizione fisica, piuttosto la accettano, padroneggiandola così bene da farla diventare componente peculiare dentro la loro sfida di vita. Almeno in principio, non ci vuole molto ad estendere questi valori al momento critico che stia- mo vivendo a causa della pandemia , consapevoli che serietà ed equilibrio individuali sono i soli binari che portano fuori dall’emergenza collettiva, che accettare le difficoltà non significa rassegnarsi ma misurarsi, che -soprattutto- una vera vittoria nasce da una for- za individuale, ma vive soltanto in una dimensione collettiva, fatta di affetti, legami, relazioni, umanità. E, soprattutto, dietro ogni impresa -sportiva, quanto economica- c’è al fondo una grande fede, intesa come forte volontà a perseguire obiettivi, da allenare ogni giorno come unmuscolo, sapendo che tutto nella vita si può comunque perdere, ma che, se non ci si mette mai in gioco, mai si può vincere. O, in estrema sintesi, come ha detto un grandissimo campione olimpico italiano di altri tempi, PietroMennea: “ La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni ”: anzi, a dire il vero, non solo sogni, ma, soprattutto, cresci. ❁ Il punto

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