Mixer 340 Ottobre 2021
84 Mixability / PLANET ONE Mixer WHITE DRESS: 30 ml Beefeater 24 Gin 20 ml Campari Bitter 25 ml Trebbiano d’Abruzzo 2 dash Tintura di Genziana Tecnica: Stir&Strain con precedente affinamento con la tecnica sous vide Guarnizione: Foglia di Alloro e Limone Bicchiere: Old Fashioned Glass Puoi parlarci della tua idea di miscelazione? Dove trai ispirazione per le tue drink list? Sono fortemente convinto che la propria idea di miscelazione sia un po’ come quando ci si specchia la sera prima di uscire per un ap- puntamento importante, dove hai già messo in preventivo che dovrai raccontare un po’ di te a una persona che hai appena conosciuto. La persona si forma e si plasma inbase alle esperienze che la vita ha posto durante il cammino, e parlo ovviamente anche di quelle professionali. Perquantomi riguardaavendoavutouna formazionepiuttostoclassica, risultatodellemiemolteplici esperienze all’internodi LuxoryHotel sia in Italia che all’estero, sono un estimatore della miscelazione classica partendo dalla riscoperta di quei drink che hanno tracciato la via maestra tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, e attualmente cer- co di rivisitarli in chiave moderna utilizzando il più possibile ingredienti che rispecchino in pieno l’essenza e le tradizioni del territorio. E nonmi riferisco solo ai prodotti che ci offre lanatura,ma anche aquella liquoristica regionale che trop- po spesso viene completamente lasciata in secondo piano e non esaltata come meriterebbe, con un occhio sempre attento alla stagionalità dellamateriaprima che poi andrò a utilizzare in laboratorio, senza però discostarmi troppo dalla ricetta originale. Secondo lamia idea di miscelazione, la prima regola per ottenere unbuon risultato è riuscire a bi- lanciare gli ingredienti alla perfezione in modo da poterli far riconoscere e apprezzare facilmente dal cliente, anche da chi magari sta approcciando per la prima volta la cultura del buon bere mix. Ritengo fondamentale che il drink sia non solo apprez- zabile sotto il profilo gustativo ma anche olfattivo e visivo, dedicando particolare attenzione al suo colore e alla decorazione che, seppur mi- nimal, non deve mai mancare. Hai coraggiosamente dato vita, assieme a un tuo ex studente, a un nuovo format per un locale tutto nuovo, puoi parlarcene? Qual è il focus e cosa ti ha spinto a sceglierlo? C’era una volta, in una piccola via del centro storico di Teramo, una tappezzeria artigianale... detta così sembrerebbe l’inizio di una favola ambientata nella piccola cittadina abruzzese. Ed effettivamen- te possiamo considerarla una piccola favola, con la differenza che di inventato non c’è nulla, perché da quella tappezzeria artigianale oggi è stato ricavato un meraviglioso speakeasy che non poteva chiamarsi diversamente, “Tappezzeria Club”, per l’appunto. Novità assoluta nel panorama della miscelazione abruzzese e nello specifico della realtà teramana; io lo considero il salotto caldo e accogliente della città, viste le sue dimensioni decisamente ridotte e l’arredamento al suo interno: un mix di modernità ed elementi che riportano indietro con gli anni, come i divani in pelle stile anni ‘80, i tavoli in legno che arredavano le nostre case alcuni decenni fa, il bagno decisamente tecnologico stile aeroportodi Fiumicinoepoi, protagonista assoluto, il banco inmarmo illuminato da luci calde e soffuse che pendono dal soffitto che dona- no al locale eleganza e linee pulite. Dopo aver accantonatomomenta- neamente Botaniko per cause legate alla pandemia, ma con la forte e ferma convinzione di poterlo far rivivere quando tutto tornerà più o meno alla normalità, ho scelto di abbracciare il progetto di Luca e An- tonio con l’obiettivo di importare la mia idea di bar in questo territo- rio e far apprezzare il buon bere miscelato e il senso dell’accoglienza e dell’ospitalità anche inquesta regione, troppo spessopoco considerata, proponendo una drink list basata sulla rivalutazione della liquoristica locale nonché sulla materia prima che l’Abruzzo ci regala in abbon- danza: genziana, ratafìa e vino cotto sono solo alcuni esempi di ciò che abbiamo a disposizione. Il nuovo locale si trova a Teramo. Quali saranno secondo te le difficoltà di gestione per mantenere sempre attivo e vivace un locale come il vostro in una realtà di questo genere? Probabilmente questa sarà la sfida più grande che dovremo af- frontare durante i prossimi mesi. Sono arrivato a Teramo nel mese di giugno non conoscendo affatto quali potessero essere le dinamiche cit- tadineequalepotesseessere la loro tradizionenel bere, consciodel fatto che sicuramente avrei trovato grandi differenze passando da una realtà metropolitana e multiculturale come Roma, a un piccolo capoluogo di provincia. Ho utilizzato queste prime settimane per capire, osservare e addentrarmi nel tessutosociale teramano, proponendoall’internodella “Tappezzeria Club” un approccio al bere decisamente easy, ovvero solo ed esclusivamente grandi classici, preparati a regola d’arte con prodot- ti di medio o alto livello, riscontrando una risposta molto positiva. Ho cercato di alzare leggermente l’asticella con il passare del tempo, crean- do qualche piccola rivisitazione per capire se la clientela fosse disposta a provare qualcosa che uscisse leggermente dall’ordinario, dagli schemi e, anche inquesto caso, le risposte sono state più che interessanti. Quin- di, sono fermamente convinto che dovremo continuare con decisione su questa linea, quella della sperimentazione di nuovi ingredienti che
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