MIXER_341
2 Novembre 2021 Mixer N ell’anno dedicato a Dante, che coincide con uno degli anni più difficili dell’era moderna, è di grande attualità l’ultimo verso dell’Infer- no della Divina Commedia, dove il Poeta massimo della letteratura italiana, dopo aver faticosamente percorso i nove cerchi dell’Inferno, chiosa: “ …equin- di uscimmo a riveder le stelle” . È il presagio del nuovo cammino di speranza e di luce che avrà nella cantica del Paradiso il suo epi- logo, che è lo stesso che si sta prefigurando al nostro Paese dopo i drammi e i danni dell’emergenza pan- demica che ha sconvolto e stravolto vite umane, mo- delli di business e conti economici delle aziende, sui quali da mesi siamo costretti a concentrare le nostre migliori energie. Abbiamoora davanti altre prospettive che giu- stificano il moderato ottimismo, percepito ovunque, e che vanno coltivate prendendo lo spunto da un inse- gnamento che ci lascia la crisi economica: le imprese italiane sonovitali e reattiveegli imprenditori agguer- riti, capaci e motivati , e a questo proposito il nostro settore è ampiamente ben rappresentato. Su questo radicale cambio di prospettiva han- no avuto un ruolo decisivo la scienza, la medicina e anche le istituzioni governative, finalmente attive e cre- dibili, nonostante i criticati grandi sacrifici richiesti al nostro settore, che hanno consentito al Paese di pren- dere la prima boccata d’ossigeno dopo quasi due anni. Crescere, infatti, nei numeri che l’ISTAT e le previsioni ci rassegnano, 6% di crescita del PIL nel 2021, 4,5-5% nel 2022, è da considerarsi un miracolo visto il persistente difficile contesto, anche se sappia- mo che l’Italia sta correndo per tornare al punto di partenza, e cioè al 2019, e che permangono tutte le debolezze strutturali del nostro Paese : infrastruttu- re inadeguate, fisco eccessivo, burocrazia invadente, giustizia inaffidabile, istruzione insufficiente, debito pubblico ingente ecc. Ne è consapevole lo stesso PremierMarioDra- ghi, indiscusso moltiplicatore di qualità, che recen- temente commentando i dati della crescita, ha sem- plicemente suggerito: “ … non credo valga la pena di compiacersi troppo di queste cifre ”. Aggiungendo che si tratta “… in parte di un grande rimbalzo ”. È chiaro che molto dipenderà dall’attuazione del PNRR , che ha il cuore dell’azione nelle riforme da fare e lo strumento negli investimenti , soprattutto in quelli pubblici che dovranno essere in grado di trasci- nare anche quelli privati, il che potrà accadere solo se i primi saranno ben orientati ed efficaci, così da elevare anche il rendimento del capitale privato. Ricordiamo però che la pioggia di soldi termi- ne con il qualequalcunoha impropriamentedefinito il PNRR, andràper almeno i due terzi restituita e, quindi, a maggior ragione i soldi che arriveranno andranno spesi bene, difatti queste risorse sono state non a caso intitolate alla “ NextGenerationEu ” , perché hanno l’o- biettivo di essere impiegate a beneficio delle prossime generazioni, con il rischio che se ne faremo un cattivo uso loro non avranno futuro e, probabilmente, peg- giore sarà anche il nostro presente. L’Italia ha poche materie prime e grande in- ventiva, conun formidabile tassodi diffusionedi talen- to e creatività sul qualenascono i tantimiracoli italiani: daDante a Giorgio Parisi , l’ultimo Nobel italiano alla Fisica, noto per le sue teorie che cercano – semplifi- cando – di trovare l’ordine nel caos, la storia del nostro Paese è disseminata di grandi interpreti nelle arti, nelle professioni e nei mestieri. Accanto ai tanti progetti inseriti nel PNRR , che tradurranno gli assi strategici indicati dall’Europa nell’assegnare le risorse ai singoli paesi, andrà rivalo- rizzato il capitale umano : le abilità, le competenze, l’i- struzione, la formazione, l’ambizione e lemotivazioni. Acominciare dai nostri giovani , sempre di meno per i problemi legati alla denatalità, o sempre più orientati a scappare all’estero – non per acquisire competenze ma purtroppo per rimanerci – oppure sempre più sfi- duciati se costretti a restare in Italia. Che futuro c’è senza giovani ? Dalle infrastrut- ture sociali per favorire le giovani famiglie, al tutorag- gio e al mentoring per ridurre la piaga della dispersione scolastica, dai percorsi facilitati ed incentivati per il loro inserimento nel lavoro, a efficaci politiche attive capaci di accompagnare i rapidi cambiamenti che il progresso impone. Questi sono solo alcuni capitoli di un libro che il Paese deve imparare amemoria se vuole dare prospettive alla sua gioventù e, contemporanea- mente, dare robustezza e durata alla crescita in corso. La ripresa, infatti, si consolida investendo sul futuro, mentre la speranza si accende dando fiducia alle persone. Nel nostro caso, fare affidamento sulle persone e rispondere alle loro aspettative è, anche, la strada maestra per dare una soluzione al problema della mancanza di personale che sta interessando le nostre attività. ❁ di LINO ENRICO STOPPANI presidente FIPE Da Dante ai Nobel: miracoli italiani Il punto
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz