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68 DOSSIER GRAPPA/ MIXABILITY Mixer Il distillato di vinaccia che sorprende Il presente e il futuro della grappa, senza scordare un po’ di storia, con le voci di cinque big del settore di Nicole Cavazzuti S e il 2020 ė stato l’anno dello sdoganamen- to della grappa nel bere miscelato mondia- le, con l’ingresso nella lista IBA tra i New Era Drinks di Ve.N.To – creato da Samuele Ambrosi sulla base della ricetta dell’amico e collega Leonar- do Veronesi – il 2021 è stato quello della conferma che la rivalutazione del prodotto e il suo uso nella mixology siano destinati a crescere. Ma la strada è ancora tutta in salita. UN PO’ DI STORIA In estrema sintesi, non tutti sanno che l’i- nizio della rivoluzione della grappa risale al 1973 quando la distilleria Nonino , pioniera assoluta, lanciò sul mercato la grappa monovitigno. All’ini- zio i competitors mostrarono scetticismo, poi segui- rono l’esempio. È sempre grazie a quest’azienda se la grappa è entrata nel mondo del bere miscelato: “abbiamo iniziato a spingere la grappa nei cocktail a partire dal 2005 e nel 2007 abbiamo lanciato la prima competition”, ricordano le sorelle Antonella ed Elisabetta Nonino. LO SCENARIO ODIERNO “Due le principali novità: da un lato abbia- mo una clientela di giovani adulti curiosi, abitua- ti a degustare lisci o miscelati distillati dalla forte identità, come il mezcal, i rum agricole o l’arrak” – osserva Ambrosi – dall’altro, finalmente, le azien- de non solo hanno superato il preconcetto che la grappa non possa essere valorizzata nei drink e capito che la miscelazione rappresenta un’oppor- tunità per diffondere la cultura di questo distil- lato, ma oltretutto, grazie alle tecnologie sempre più evolute e all’esperienza acquisita negli anni, la qualitàmedia si è alzata emolti producono grappe eleganti, morbide, rotonde”. Segnali positivi in tema grappa arrivano anche dalla sesta edizione della Florence Cocktail Week dove in diversi cocktail è stata usata come ingrediente principe, e con successo! Un esempio su tutti Mosè Giordani , bar manager del Rex : “al di là della FCW, mi piace usare la grappa per due motivi: in primis mi permette di proporre ai clien- ti qualcosa di diverso. Inoltre, è un prodotto che rappresenta la nostra tradizione, con aromi e note diverse a seconda delle vinacce e delle botti utiliz- zate e dal tipo di invecchiamento. Un distillato che resta tutt’oggi sottostimato tra i bartender perché è ancora forte il falsomito che sia un prodotto dif- ficile da miscelare. In realtà basta conoscerlo per creare rivisitazioni di classici capaci di colpire il pubblico”. PROSPETTIVE FUTURE Perché la grappa si possa diffondere come l’amaro a livello internazionale e locale occorre- rebbe una maggiore coesione tra i player del mer- cato: “il principale problema italiano, diffuso in S a m u e l e A m b r o s i M o s è G i o r d a n i

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