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10 Pubblico esercizio/Global coffee Mixer Da barista a formatore: si può fare N egli anni mi sono confrontato spesso con pro- fessionisti e professioniste del bar che, a un certo punto della propria carriera, hanno ac- carezzato l’idea di lasciare il banco e di dedicarsi alla formazione. Un desiderio legittimo, sovente alimentato dalla voglia di un cambiamento di vita e di nuove esperienze professionali. In questo momento, a cavallo tra un anno che si chiude e uno che si apre, può darsi che qualcuno tra i lettori stia ragionando sulla possibilità di impri- mere la cosiddetta svolta.Mi permetto quindi di portare qualche riflessione sul tema. Il primo, banale, pensiero è che questo cambiamento non possa avvenire solo perché si è stanchi, fisi- camente o mentalmente, di stare die- tro al bancone. Ci deve essere una seria motivazione per intraprendere un per- corso che sarà, a qualunque livello, mol- to impegnativo. Formare non è un lavoro, è una missione. IL FATTORE ESPERIENZA Dato questo presupposto, consiglio la via della formazione solamente a chi ha una signifi- cativa esperienza in caffetteria. È difficile indicare un numero di anni che dovete potere vantare per essere credibili nel vostro nuovo ruolo: una lunga esperienza in un bar mediamente complesso po- trebbe equivalersi conmeno anni in locali però più difficili da gestire. Non vi è un vero riferimento per misurare l’esperienza, ma certamente non lasciate il mondo del bar con un’anzianità troppo bassa. Inutile sottolineare che l’esperienzamaturata deve essere di qualità: una volta in aula, questa si tradurrà in autorevolezza, vale a dire che si percepirà anche senza esplicitarla. Ritengochesiasaggiononabbandonaresubi- to il mondo del bar per passare in toto a quello della formazione. Tutto sommatopotreste anchedecidere che quest’ultimo non faccia per voi: lasciate aperta la porta, non si sa mai. Naturalmente dovrete avere qualcuno che vi sostituisca al bar e lo faccia egre- giamentepernondanneggiare lavostra imma- gine di neo-formatore (perché il vostro loca- le diventerà la prova tangibile della vostra competenza). SCEGLIERE UN MENTORE Un mentore vi sarà utile per crescere con più sicurezza e più velo- cemente. Affiancare un formatore più anziano, anche solo come assistente, vi permetterà di cogliere le sfumature del lavoro e quelle competenze relazio- nali che si sviluppano in diversi anni di aula. Va da sé che dovrete scegliere con cu- ra il vostro maestro perché, se vorrà davvero aiutarvi, cercherà di trasmettervi tutto del suo modo di lavorare, difetti inclusi (ed è quindi bene che siano pochi). SPECIALIZZARSI Ho lasciato per ultimo il tema forse più rile- vante: lematerie che insegnerete. Credo fermamente nella specializzazione: scegliete un ambito che per- cepite davvero come vostro. Coltivate l’intero arco delle materie che riguardano il caffè, vi torneranno tutte utili, però poi portate in aula solo quelle in cui avete davverouna competenza sicura. Evitate quindi di proporvi comeunprofessionistabuonoper tutte le stagioni. Al contrario, privilegiate la creazionedi team con colleghi formatori specializzati in altri ambiti: in questomodo sarete ingradodi soddisfare con lamas- sima efficacia qualsiasi esigenza dei vostri clienti. ❁ L’autore è direttore generale dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) e consigliere dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (IIAC) Una riflessione sul desiderio di cambiamento dal banco all’aula di lezione. Una scelta che deve essere il frutto di un’attenta valutazione e accompagnata da una preparazione accurata di Carlo Odello

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