MIXER_342

13 Dicembre 2021/Gennaio 2022 esempio, sulle norme da rispettare sono i primi, i più precisi e preparati, molto più che quelli più in là con l’età”. Poi abbiamo interpellato Alessandro Me- lis , bartender e supervisor del gruppo Pandenus che, dal punto di Milano, spiega che il Green Pass allunga il momento di benvenuto: “Il problema a volte lo si incontra con gli stranieri, turisti magari, che non fanno uso di certificazioni nel loro paese e che si trovano impreparati alla nostra richiesta di esibirlo”. Melis, agli habitué, non lo richiede: “molti lavorano negli uffici qui vicino, abbiamo un rapporto costante e di amicizia e sappiamo che sono in regola”. COSA DICE LA FIPE “Oltre il 90%dei lavoratori del comparto, a oggi, è vaccinato ed è facile immaginare il perché di questa adesione così elevata alla campagna vac- cinale”, sottolinea MatteoMusacci , vicepresiden- te di FIPE , analizzando il report del Centro Studi della Federazione Italiana Pubblici Esercizi. “Dopo che per un anno e mezzo siamo stati la categoria più colpita dalle restrizioni anti-Covid, abbiamo fatto tutto il possibile per poter tornare a lavorare e allontanare possibili rischi di nuove chiusure”. Nel settore Horeca il Green Pass incide inmaniera quasi irrilevante sulla disponibilità di dipendenti e collaboratori, ma la nuova norma rappresenta comunque l’ennesima penalizzazione per molti bar e ristoranti. Ai datori di lavoro è stato lascia- to l’onere dei controlli: devono controllare ogni giorno il 20% del personale presente sul posto di lavoro. È un disagio contenuto per le piccole realtà ma uno sforzo immane per le imprese di dimen- sioni medio-grandi. FAKE PASS, IL FENOMENO DEI FALSI Superare i controlli di autenticità per hacker e furbetti non è mai stato così facile, ed ecco che scoppia il fenomeno dei Green Pass fal- si, venduti per poche centinaia di euro attraverso alcuni canali della piattaforma russa Telegram. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza e dal Governo, si chiama Fake Pass ed espone i malintenzionati a conseguenze penali, non più solo amministrative, nel caso di esibizione di un certificato contraffatto. Se si falsifica o altera la certificazione verde si incorre nel reato di falsità materiale commessa dal privato (art. 482 c.p.), un reato contro la fede pubblica, procedibile d’uffi- cio che punisce chi forma, in tutto o in parte, un atto falso. Se un cliente usa un Green Pass falso, la multa (se non sanzioni più gravi) deve essere comminata solamente a lui stesso e non al gestore del locale (sempre che non siano rilevate preci- se responsabilità anche da parte dell’esercente). A stabilirlo è la circolare diffusa dal Ministero dell’Interno. In caso non si accerti la corrispon- denza tra il certificato e l’identità del possessore “la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercen- te”, precisa la circolare nella quale viene ribadito che il gestore e gli stewart di un locale possono chiedere agli avventori di esibire i documenti per verificare che il Green Pass appartenga alla per- sona che lo esibisce all’ingresso. LE PENALI Il Green Pass non serve più solo per par- tecipare a feste di nozze o per le visite nelle case di riposo per anziani ma anche per accedere ad Dal 6 dicembre e fino al 15 gennaio, in zona bianca o gialla, l’accesso alle attività ricreative come ristoranti al chiuso, cinema, teatri, stadi è possibile esclusivamente ai vaccinati o ai guariti dal Covid-19, mentre il Green Pass ottenuto con tampone consente solo l’accesso ai luoghi di lavoro e ai mezzi di trasporto non più solo a lunga percorrenza, ma anche quelli locali, regionali e interregionali. Il governo ha approvato così il decreto Super Green Pass (chiamato anche Green Pass rafforzato) che introduce un doppio binario tra chi è immunizzato e chi invece sceglie di ottenere la certificazione con il tampone, la cui validità non cambia, mentre quella del Super Green Pass, ottenuto con vaccinazione, scende da 12 a 9 mesi. Super Green Pass e Green Pass tradizionale sono richiesti per poter accedere ad alberghi e spogliatoi per l’attività sportiva. In caso di zone arancioni, inoltre, il decreto prevede che le restrizioni siano valide solo per chi non è dotato di Super Green Pass. Il testo ufficiale è più che chiaro: “ Nelle zone gialla e arancione, la fruizione dei servizi, lo svolgimento delle attività e degli spostamenti, limitati o sospesi ai sensi della normativa vigente, sono consentiti esclusivamente ai soggetti in possesso di una delle certificazioni verdi Covid-19 di cui all’articolo 9, comma 2, lettere a), b) e c-bis), nel rispetto della disciplina della zona bianca ”. Vaccinati e guariti possono dunque continuare a frequentare bar e ristoranti, così come musei, fiere, cinema, teatri, palestre e piscine, che, di conseguenza, non saranno costretti alla chiusura. “ Un principio che avevamo condiviso negli incontri dei giorni scorsi con i rappresentanti del governo ”, ha detto Aldo Cursano , vicepresidente vicario della Fipe Confcommercio – Federazione Italiana Pubblici Esercizi. “ Si penalizzano le persone non vaccinate, quindi quel 10% della popolazione e non le imprese ed il 90% dei cittadini vaccinati secondo le modalità stabilite ”. Le limitazioni agli spostamenti previsti in zona arancione riguardano solo chi è sprovvisto di Green Pass o lo ha nella versione “non rafforzata”. IL SUPER GREEN PASS

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz