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28 Pubblico esercizio/Nuovi progetti Mixer Moka inmontagna Mai pensato di degustare un caffè ma in alta quota? Il bartender ed esperto di caffetteria Raffaelle Marrocco racconta la sua esperienza di Manuel Messina P ensate a qualcosa di straordinario come… bere un caffè! Direte nien- te di particolare ma la situazione cambia se vi trovate in vetta, magari alle prime luci dell’albaper ammirare il risve- glio del mondo. Non parlo però del caffè preparato a casa e messo nel thermos , ma di un espresso caldo e fragrante. A potersi concedere questo piccolo grande sfizio è Raf- faeleMarrocco , classe 1980, findapiccolodietro il banco bar di famiglia. Dopo tanti corsi di forma- zione e competizioni di miscelazione, nel 2007 Raf- faele diventa formatore per il team di scuole Planet One eda lì si sono susseguiti corsi, collaborazioni con aziende importanti, finali italianedi Caffetteria, fiere di settore. OggiRaffaeleèriuscitoadunire lasuapas- sione per il caffè ad un altro grande amore, l’escur- sionismo,dandovitaalprogettoMokainMontagna. Come ti è venuta l’idea di portare il caffè in montagna? Tuttoènatoper caso: andare inmontagnaper gli escursionisti significa anche portarsi da mangiare e io semplicemente ho infilato la moka nello zaino. Arrivato invettaho iniziato il “rito”: hopreso il fornel- lo, preparato la moka e ho ascoltato l’inconfondibile suono del caffè che sale mentre mi godevo il panora- ma intorno. La casualità poi si è trasformata in un profilo Instagram e in un progetto concreto: Moka in Montagna… All’inizio usavo Instagramper avere un diario fotografico dove collezionare i ricordi. Poi un giorno, durante un’escursione, un amico incuriosito mi dice “Raffa, forte ‘sta cosa dellamoka, ma nonmetti le foto su Instagram?”. Risposi di no, pensavo: “Achi può inte- ressare vedermi bere caffè inmontagna?”. Poi peròho decisodi provarci e inmolti si sono incuriositi, hanno pubblicato le loro foto taggandomi, pianopiano è na- ta la community di Moka inMontagna. Nel corso del tempohovisto tantissimepersone chehanno iniziato a fare comeme e ho scoperto conpiacere che c’era chi lo faceva già danni ’70! Mi hanno inviato le loro foto d’epoca della colazione in montagna con moka e bi- scotti, è stato emozionante. Moka in Montagna sta evolvendosi come progetto ed oggi è affiancato da partner importanti, dicci qualcosa di più. Ho avuto la fortuna di incontrare aziende che hanno sposato con entusiasmo il progetto e con loro stiamo portando un messaggio di condivisione: il caffè è una “medicina so- ciale” che, unita allo sport all’aria aperta, ci rende più forti. Da un lato c’è One Dose di Andrea Antonelli , una pratica bustina di caffè già macinato e pronto all’utilizzo che entra nel taschino della camicia: pe- so ridotto, per noi escursionisti è fonda- mentale, e possibilità di poter scegliere la tipologia (monorigine, decaffeinato). Ma il caffè va bevuto nella sua tazza, necessitando di una soluzione pratica, perciò è entrato in gioco Outback 97 che lavora con aziende che hanno fatto la storia dell’attrezzatura outdoor, e Stanley, un brand che ama la natura e lo sport in tutte le sue forme. Stanley ha fornito al progetto Moka in Montagna una praticissima tazza dal peso fantasma che è sempre agganciata con un moschettone al mio zaino. Conquesti duepartner ogni escursionediMoka inMontagna termina conunmomentodi condivisio- ne: prima di andare via lascio agganciata alla croce di vetta una tazza e una bustina di caffè così che chiun- que dopo di me possa godersi unmomento speciale. In tempi di cambiamenti e riadattamenti, come il nostro attuale segnato dal Covid, il settore bar come può riprendere? Nonè laprimavolta che ilmondodel bardeve affrontare un cambiamento, se guardiamo al passato ce ne sono stati tanti, alcuni non sono citati nei libri di storia ma sono stati comunque di grande impatto. Un esempio? L’utilizzo delle macchine a cialda che negli uffici hanno aperto una significativa stagione di mancati incassi ma, nonostante ciò, i bar sono andati avanti. Il Covid è stato un macigno inaspettato, non eravamopronti. I clienti e imomenti di consumosono cambiati: smartworking , chiusure anticipate, distan- ziamenti, Green Pass . Ora più che mai bisogna tirar fuorifantasiaedinamicità per adattarci. Possiamocre- are ad esempio una Breakfast Box con cappuccino e cornettodadistribuirenegli uffici, nelle banche e nei negozi intornoal nostro locale, creareuna retedi clien- ti da raggiungere. I corrieri edeliveryhannoavutouna risposta immediatadurante il lockdown per il compar- to ristorazione, il bar può fare lo stesso con app dedi- cate per ordinare colazione o aperitivi pre-made . ❁

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