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33 Febbraio 2022 USA, Australia, Francia, Olanda), a dimostrazione della qualità della birra italiana. Anche l’ import di birre è diminuito in ma- niera più sostenuta (-15%), portandosi a 6,3milioni di ettolitri contro i 7,4 del 2019. Le importazioni contribuisconoasupportare ladomandacomples- siva di birra in Italia per ca. un terzo del totale . Va segnalato il boom delle esportazioni da parte del Belgio che, conoltre 1,9milioni di ettolitri esportati nel nostro Paese, supera la Germania che esporta in Italia circa 1,5 milioni di ettolitri. Seguono amolta distanza i Paesi Bassi ed in successionePolonia, Danimarca, Francia, Slovenia e Austria. Complessivamente dai Paesi UE continua aprovenire la quasi totalità (95%) delle nostre im- portazioni,mentre fraquelli extraeuropei primeg- gia il Messico con circa 250.000 ettolitri (dovuto principalmente al fenomeno del marchio Corona che continua ad essere solo made in Mexico). I CONSUMI PER TIPOLOGIE DI PRODOTTI La gran parte dei consumi di birra è assor- bita dalle classiche bionde a bassa fermentazione (lager) e amoderato grado alcolico (dai 4 ai 6 gradi), posizionate su varie fasce di prezzo ( saving, stan- dard e premium ) e tuttavia, anno dopo anno, esse tendono a cedere parte della loro quota alle birre speciali (strong lager, IPA, trappiste, abbazia, birre di frumento, stout...) che ora rappresentano oltre il 14,5% dei volumi, ma un valore quasi doppio, in relazione al più elevato prezzo medio di vendita. Questa categoria di birre è destinata ad una fetta di consumatori più raffinati a cui pia- ce sperimentare nuove tipologie e varianti. Le birre light e quelle analcoliche, vengono date ancora in diminuzione, ma questo dato appare sottostimato. Secondo IRI emerge, un trenddei volumimoltoposi- tivoper il segmentodelle BirreAnalcoliche +Light con l’obiettivostrategicodi allargare le occasioni di consumo della categoria per incrementare il consumo pro-capite . La ri- cerca sulla qualità del prodotto delle Birre non alcoliche e unamaggiore visibilità all’in- terno del Punto di Vendita sono alcune delle stra- tegie volte a far crescere i consumi. I CONSUMI Sulla base della somma algebrica della Pro- duzione (+), Importazioni (+) ed Esportazioni (-) AssoBirra fornisce una stima dei consumi appa- renti per il 2020 pari a 18,8 milioni di ettolitri, che evidenziano un calo rispetto all’anno precedente, che aveva chiuso con il record storico di 21,2milio- ni di ettolitri. Come già detto il calo dei consumi è ascrivibile al crollo delle vendite nel canale HoRe- Ca. La diminuzione dei consumi totali si è tradotta in un contestuale calo del consumo pro capite, che è passato dai 35,2 litri/anno del 2019 agli attuali 31,5 litri/anno. PRODUZIONE Secondo i dati pubblicati nell’ultimo Report di AssoBirra (l’Associazione Nazio- nale dei Birrai e dei Maltatori) la produ- zione nazionale di birra nel 2020 si è atte- stata a 15,8 milioni di ettolitri, in discesa dell’8,4% rispetto al 2020 (quando aveva raggiunto i 17,3milioni di ettolitri). L’Italia si colloca al 9°posto in ambito UE, molto distante peròdai big quali Germania, Polo- nia, Spagna, Olanda, Repubblica Ceca, Bel- gio, Romania e Francia. I produttori artigia- nali ( brewpub e microbirrifici compresa la produzione di beer firm ) rappresentano oltre il 3% della totale produzione nazionale, ma più del doppio in termini di valore, grazie ai maggiori prezzi unitari che realizzano i prodotti artigianali. Il settore birrario rimane un importante patrimonio per l’Italia, difatti la birra rappresenta una ricchezza per il tessuto economico italiano e per l’industria agroalimentare . IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI Dopo il grande balzo del 2019, anno in cui le nostre esportazioni di birra avevano raggiunto la cifra record di 3,5 milioni di ettolitri (+11% sul 2018), i volumi esportati nel 2020 subiscono un calo , seppur contenuto, del 4,8%, attestandosi a 3,3 milioni di ettolitri. Si confermano significativi i volumi verso Paesi a forte tradizione birraria (UK,
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