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16 Pubblico esercizio/Post-Covid Mixer comeuncappioallagoladagli esercenti, era tangibile, sivedevachec’eratensione.Successivamenteinvece si ècreataun’alleanza,quasiunacomplicitàconiclien- ti , rafforzando lafiduciae la relazionepersonale con i più fedeli. Si vasemprepiùnelladirezionedellacurae dell’attenzione: ci sonobaristi che inquesto riescono megliodi altri, che tengonomoltoalla relazionecon i clientieperquestovengonopremiati.Dunque,il nuo- voapproccioche si stadelineandosi basa sulla cura, sulla complicità e sullafiducia reciproca . Invece, come sono cambiati i comportamenti delle persone rispetto ai luoghi della socializzazione? Ci sono delle nuove priorità, se hai delle li- mitazioni fai necessariamente scelte più consape- voli,piùselettive:seinvecediandareafarel’aperiti- vo tutte le sereci vai unavoltaa settimanaèchiaro che quell’unica volta viene caricata di un’aspetta- tiva, di un’attesa di qualità molto diversa. Difatti, cosa viene premiata in questa situazione? La quali- tà, l’attenzione, la cura e in generale il servizio, il non tradiremaileaspettativedeiclientichesonosempre più attenti alla qualità di ciò chemangiano, bevono e alle relazioni umane che creano inquesti contesti . Alla luce di quanto appena detto, il concetto stesso di socialità sta mutando. In quale direzione? Èmoltomenosuperficiale.È scomparsacom- pletamente l’improvvisazione , anche il momento della scelta su dove andare e cosa fare richiede una certaprogrammazioneequesto cambialapsicologia dell’incontro . Sihauna convivialitàmoltopiùpensa- ta e consapevole su cui si investe di più sia economi- camente che temporalmente, venendomeno quella freschezzaequellaspontaneitàdegliincontriimprov- visati.Cisiamoabituatiaprogrammareconlargoanti- cipo togliendospazioall’immediatezzae, purtroppo, questoèuncambiamentocheèdestinatoarimanere. Il mese scorso abbiamo parlato delle dimissioni di massa che nascono da un’urgenza a reinventarsi. Invece, nel caso caso della disoccupazione causata da fattori esterni, dove è possibile trovare la spinta a rialzarsi? La situazione è molto delicata, ma penso sia decisivo il carattere personale del singolo , la capacità di ciascuno di reagire cambiando la scala di valori,mettendoal centro la famiglia, le relazioni interpersonali e il propriobenessere, cercandoquin- dididaremenoimportanzaal lavoroeallo status eco- nomico. Poiperò laspintaèlasciataall’iniziativaper- sonale e alla capacità di reinventarsi , di abbracciare unaprospettivanuovaaccettandol’incertezza: èquel- lo che io chiamo “il lato vitale dell’incertezza” , ossia il cercare di mettersi in gioco e provare a percorrere nuovestrade. Ogginonèpiùiltempodellaresilienza, bensìdellaspintavitale , diunacapacitàdiprogettare. Questa pandemia, nonostante tutto, ha aperto le porte a nuove opportunità. Come coglierle? Èunaquestionedi atteggiamentoe, allo stes- so tempo, di intelligenza, nel senso di capire che la situazione è cambiata. Il covid ci ha insegnato a riva- lutare lequalitàdell’umano. Quellochecihasalvatiè la forza , nondei legami deboli di cui si parlavaprima, ma dei legami forti : la famiglia, gli amici più cari ecc. É qualcosa che forse prima trascuravamo e che ora abbiamo radicalmente rivalutato. Fattoquestoperò, dobbiamo inventarci nuove attività, magari parten- do proprio dal caro amico o dal collega, consapevoli chebisogna sempre sperimentare, accettando l’insi- curezza: dobbiamoesserepreparati aduna speranza che non è garanzia di successo. Com’è cambiato il modo di abitare gli spazi alla luce della pandemia e delle nuove abitudini di consumo? Quiladirezioneèmoltochiara :laqualitàdel luogocheciappartieneciha,percertiversi,salvatola vita . Questodiscorsovale ancheper gli spazi pubblici: in Italia, rispetto ad altri Paesi, siamo da sempre più attenti alla qualità del domestico , mentre sui luoghi pubblici siamo gli ultimi della fila. Ora c’è un nuovo impulso, ci sonograndi progetti che inparte erano in cantiere nel pre-pandemia e che stanno avendo una grandeaccelerazione .Lafamosacittàa15minuti,ossia l’avereattornoun tessutourbanodimaggiorequalità, èqualcosache il covidci haquasi regalato: rimanendo necessariamentepiùstanziali, abbiamo imparatoad apprezzare ilquartiere incui viviamo e ci aspettiamo che la qualità di questi luoghi sia più elevata. Il tema della fiducia, minata da una comunicazione schizofrenica, è oggi un’altra questione cardine. Quali sono le prospettive secondo lei? Noi parliamo di “catena della fiducia” , ossia quelle relazioni che sono il bene raro su cui una so- cietà si regge. Per ‘fiducia’ intendiamo lafiducianella competenza dell’altro, nella scienza e, banalmente, nel fatto che il panettiere sotto casa continui a sani- ficare. È un concetto molto ampio che porta a ride- finire il patto sociale , mettendo in luce quello che il filosofo Luciano Floridi chiama “universal trust”, una fiducia che si fa carico anche del mondo ani- male e di quello vegetale . La pandemia hamesso in evidenza la pri- orità dell’affidarsi all’altro e, allo stesso tempo, i casi in cui ci si rifiuta di condividere tale fiducia, pensiamo ai no vax . È dalla catena della fiducia che possiamo ripartire. I dati sono abbastanza confor- tanti e qui mi aggancio al tema della comunicazio- ne: purtroppo i media continuano ad utilizzare il classico slogan bad news good news , continuando a concentrarsi solo sugli aspetti negativi. Secondome invece, tutta lacomunicazionedovrebbedaremolto piùspazioallafiduciaesottolinearedipiù leattività rigenerative . ❁
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