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37 Marzo 2022 P hood K itchen , a E indhoven è nato il primo ristorante acquaponico del mondo : le materie prime della cucina ( vegana ) sono coltivate nelle cantine dell ’ ex fabbrica di latte C ampina ristrutturata , mentre i tavoli all ’ interno sono circondati da “ capsule ” assai essenziali . I l progetto è de D e H oreca A rchitects ad esempio, il tema “natura dentro” si accorda con drink infusi di aromi floreali e i toni scuri chiama- no steakhouse e cocktail vintage con affumicature. Ricordando infine che più l’esperienza è coinvolgente e maggiore la possibilità che i clienti si ricordino del locale, e tornino. E l’ambiente gioca una parte straordinariamente importante in ciò. EREDITÀ COVID: SEPARATI MA INSIEME Iniziamo dalla fine, ovvero dalla eredità che due anni di pandemia si portanonel design. Capsule (dentro) e iglù (fuori) ma anche modi per separare i tavoli senza chiuderli completamente – isolandoli acusticamente – sonoun tema chepotrebbe rimane- re. Bando a plastica e plexiglass , l’antitesi dello chic e dell’accogliente, a favore di separazioni in legno, vegetazione, o anche schienali più alti, danno alle personeunsensodi distanzamanondi isolamento . Anche perché chi torna al bar lo fa per socializzare, ritrovarsi con gli amici, chiacchierare in pace, cer- cando calma e possibilità di interagire con il gruppo, buoni drinkecaffè ineccepibili. Vuoleessere separato dagli altri gruppi,ma allo stesso tempo sentirsi parte dell’esperienza complessiva del ristorante e del (ri) trovarsi tutti in un locale. LA NATURA, DENTRO La tendenza c’è da tempo ma senza dubbio continuerà. Perché il Pianeta è uno ed è a rischio, e i Gen Z ne sono ben consapevoli. Inoltre, dopo il tempo trascorso al chiuso, il design biofilico – un concetto incentrato sul portare la natura all’inter- no – andrà per la maggiore , con il corredo estetico di legni non trattati, stampe floreali, accenti neri e look ispirati alle infinite possibilità della natura. A questofilonepoi sene legano altri due, strettamente connessi: l’agricolturaurbana – consemprepiù serre idroponiche incantinaoaddiritturaavista, container “agricoli” per far crescere vegetali “per il quartiere” (o i bar e ristoranti di zona) realmente aKmzero, arnie nei parchi cittadini. E la filosofia del no waste : che prevede il riciclo di arredi ma anche di materie pri- me. Del resto, l’uso di scarti (bucce, torsoli, semi) in cucina o in mixology è arrivato pure a Master Chef, chiamatelo ancora nicchia… MEGLIO MAXI CHE MINI Colori forti e pieni, design audace, pattern e forme geometriche, campiture di colore, onde e curve (negli arredi, nei candelabri, nei motivi di pa- vimenti epareti, sianoanche in cemento) vannoper lamaggiore al momento. È l’ora del massimalismo: divertente, eclettico, esagerato . Probabilmenteper- ché ilminimalismo tanto elegante, ma che sa unpo’ d’ospedale, oranon lovuole vederenessuno, quanto meno nella sua forma più nuda. In questo senso si capisce la ripresa del vin- tage , che al momento viaggia verso il Mid Century con pezzi spesso mescolati a colori e suggestioni moderne. E x -D esigner P roject B ar si muove tra nuove tecnologie e sostenibilità il bar che il designer catalano M artí G uixé ha costruito con tre stampanti 3D. P areti , bancone , luci , poster , sgabelli , bicchieri , piatti e posate sono tutti in PLA grigio a base di mais . I l bar è itinerante ed eternamente riciclabile

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