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7 Marzo 2022 Caro petrolio e cattivi raccolti: perché al bar il caffè costa di più L’aumento del caffè in tazzina preoccupa sempre di più. Ecco le motivazioni I l caro tazzina, parente stretto del caro colazio- ne, ormai non è più una notizia. Da setti- mane si rincorrono gli allarmi delle associazio- ni, a cominciare da quelli di Fipe-Confcommercio ,che sottolineano come la barriera psicologica del caffè al banco a 1,50 euro sia dietro l’angolo. Nei prossimi anni le conse- guenze dell’effetto serra potrebbero cam- biare radicalmente la geografia dei Paesi pro- duttori di caffè, generando un rialzo dei prezzi ge- neralizzatoManonsonosologli aumenti di luceegas a penalizzare gli esercenti e, a valanga, i consumatori finali. Secondoquanto afferma Bloomberg , gli esperti si attendono un altro anno all’insegna della carenza di offerta di materia prima , dal momento che gelo e siccità continuano a danneggiare la capacità produt- tiva del Brasile. Addirittura, riportano gli analisti di Volcafè , la produzione globale dovrebbe diminuire nei pros- simi dodici mesi di 1,4 milioni di sacchi rispetto alla domanda , numeri che arrivano dopo il deficit di 11,2 milioni di sacchi registrato nel 2021. Stessa situazio- ne in Brasile , dove il raccolto di arabica colpito dal- le intemperie sarà probabilmente inferiore del 17% rispetto a quanto previsto in precedenza. Risultato: i prezzi del caffè corrono in Borsa, con quotazioni ai massimi dagli ultimi dieci anni e ‘future’ della qualità arabica saliti – a gennaio all’Ice di NewYork – a 244,50 centesimi di dollari, con un incremento di quasi il 9% inmeno di 30 giorni. Per evitare l’impennata dei prezzi, che nel 2021sonoaumentatidell’80%, i tecnicidi Volcafè fan- nouna solaprevisione: “ Ilmercatodovràora fareaffi- damentosualtripaesiproduttoridicaffè aumentando l’offertaeprevenendounulteriore razionamentodella domanda, poiché è dubbio che il mercato possa soste- nere una terza stagione di deficit strutturale ”. Ma non è finita: ad aggravare la situazione contribuiscono le difficoltà nella logistica e nei tra- sporti che stanno caratterizzando la fase attuale nel commercio internazionale, conmolte produzioni di caffèbloccateneiporti e impossibilitatearaggiungere iPaesidovepoi avverrà la lavorazionee lacommercia- lizzazione al dettaglio. E come se nonbastasse, il caro petrolio sta inesorabilmente facendo salire le tariffe del trasporto ma anche le spese per la produzione, a cominciare dai prezzi dei fertilizzanti. Non va moltomeglio sul fronte della qualità robusta. come scrive in un report l’analista di Com- merzbank Carsten Fritsch : “ In Vietnam, il più gran- de produttore di questi chicchi, l’invecchiamento delle piantagioni porterà probabilmente a rendimenti più bassi e quindi a un raccolto in calo per il secondo anno di fila. Ci aspettiamo altri massimi ancora sui mercati finanziari” . Ad invertire la tendenza, a questo punto, po- trebbe essere solo l’andamento del prossimo raccol- to di arabica in Brasile . Uno spiraglio di speranza è arrivatopochi giorni fadall’agenziabrasilianaConab, che studia l’andamentonellepiantagioni, secondocui quest’anno la produzione risulterà in crescita a 55,74 milioni di sacchi (sopra il livello dell’anno scorso di almeno il 17%). Una percentuale che, tenuto conto degli ag- giustamenti dovuti al fattoche il raccoltodel2021era statodiresabassa ,significherebbecomunqueundato in difetto di quasi il 10% rispetto a dodici mesi fa. ❁
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