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8 Pubblico esercizio/Pillole di caffè Mixer Lungi da noi l’idea di diffondere odiosi stereotipi o pinkwashing (tipo alle donne piacciono i vini rosé), ma un luogo della differenza, anche dall’al- tra parte del bancone, forse c’è. L’importante è non contarci troppo cadendo nella trappola, ap- punto, dei luoghi comuni. Perché le donne sono assai diverse nei gusti, nelle esigenze e nei desi- deri. Ma questo chi al bancone tutti i giorni lo sa. Sta di fatto che l’Osservatorio DéLonghi nel 2016 rivelava come il 77,7% delle donne pre- ferisce bere un macchiato o un cappuccino (so- prattutto a colazione), mentre solo il 23,7%degli uomini aggiunge latte all’espresso e, mentre le donne sospendono il consumo nel primo pome- riggio, gli uomini bevono caffè fino a tarda notte. Sono gestiti interamente da donne gli spazi di Io sonoViva, dolci egelati , il nuovoprogettodi chef Viviana Varese, una stella Michelin a Viva Mila- no. Si tratta di gelaterie pasticcerie – la prima ha aperto a fine gennaio al Mercato Comunale Iso- la – le cui squadre sono state formate in collabo- razione con CADMI - Casa di Accoglienza delle DonneMaltrattatediMilano– formatadalperso- nalediVivaVivianaVareseagestireunaproposta gastronomica dolce e salata. L’obiettivo è quello di ridare dignità e indipendenza economica at- traverso il lavoro. CADMI è il primo centro anti- violenza aperto in Italia 36 anni fa e rappresenta il punto di riferimento per le donne che hanno vissuto violenza fisica, psicologica, sessuale, eco- nomica o stalking. Il secondo locale aperto in via Kramer a Milano include anche… il caffè, con un’inedi- ta modalità self service . Una macchina per uso professionaleNespressopuòessereutilizzatadi- rettamente dai clienti per prepararsi un caffè da consumare in loco o da portare via. COSA VOGLIONO LE DONNE... AL BAR E CHEF VIVIANA VARESE INCLUDE LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA Creditsfotografie https://it.freepik.com/foto/affari ”>Affarifotocreatadaprostoole h-it.freepik.com https://it.freepik.com/foto/affari ’>Affarifotocreatadasenivpetr o-it.freepik.com minoridiritti sul lavoroeprotezionesanitariaedall’as- senza di altri benefici fondamentali”. Il problema è globale, come tutto ciò che ri- guarda il genere. E il soffitto di cristallo, la difficoltà a raggiungere il top, è duro da infrangere. Uno studio su dati dell’Australian Tax Office ha scoperto che il 58%degli addetti ai bar e dei baristi eranodonne,magli uomini avevano2,5voltepiùpro- babilitàdi raggiungere la fasciafiscalepiùalta. Ovvero ottenevano i ruoli più remunerativi, inunPaese in cui peraltro i baristi hannostipendi tra i piùalti almondo. Peccatochesianoquasi sempreuomini abeneficiarne. Il gender gap si riflette su tutta la filiera, dalla produzione al bar. Secondo l’International Coffee Or- ganisation infatti fino al 70% della forza lavoro nelle aree di produzione è femminile ma solo il 25% delle farmè gestita da donne . Seperòsonostatemesse incampounaseriedi iniziative che puntano gli occhi, doverosamente, sulla produzione – la più recente è la creazione delWomen in Coffee Italy, la filiale italiana di IWCA, rete globale di donne produttrici di caffè per torrefazioni e impor- tatori nataper favorire l’empowerment femminiledel settore del caffè e il consumo di prodotti etici – poca attenzione è stata data all’altro capo della filiera. “Il tema è pioneristico, è una sensibilità spe- rimentale perché se è vero che stiamo cominciando a puntare l’attenzione sulle barlady nella mixology, ad esempio, della professione di barista si parla ancora poco – dice Valentina Picca Bianchi , Presidente delle Donneimprenditrici di Fipe -.Èunaprofessionediim- portanza strategicanel settore, è il frontlinedell’o- spitalità e tra l’altro quando svolta dalle donne raggiungealtilivellidicompetenzaeumanità comesensodellaveraospitalitàall’italiana” . Donne poco visibili ma determi- nanti nella forza lavoro, tanto più che esi- ste una parte che sfugge al dato critico di analisi: “ove la conduzione dell’impresa è aperimetro famigliare, ci sono tante figlie e madri che ricoprono figure lavorative e ruoli di competenza troppe volte invisibili e senza avere il giusto riconoscimento.Ma se potesseroessere identificateeavereuna forma- zioneadeguataaldilàdellecompetenzesviluppa- teinfamiglia,questoassicurerebbeunvaloreaggiunto determinante per l’intero settore”. Secondo Picca Bianchi, sono le donne stesse - imprenditrici e lavoratrici – che vanno incentivate a nonautolimitarsi: “è fondamentale ilpercorsochecon la Federazione portiamo avanti sull’empowerment e sulla consapevolezza delle donne con lo scopo di raf- forzare identità personale e professionale. Le nuove generazioni, chemanifestano una consapevolezza di- versa, purtroppo tendono a scegliere altre strade per- ché fare la barista non è considerato un lavoro presti- gioso, finora non si è lavorato per far passare la forza e il grande valore umano, ma anche finanziario, che sta dietro alla professione, che se fatta bene può dare grandi soddisfazioni”. ❁
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