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42 Speciale Vino/Territorio Mixer Autoctoni e denominazioni, le nicchie di valore Il legame tra vini e territori è uno degli aspetti che contraddistinguono la viticoltura italiana. La riscoperta delle varietà locali rappresenta una delle tendenze più apprezzate dal mercato interno degli ultimi anni di Jessika Pini Per chi ha fretta • I vitigni tipici sono spesso un presidio all’economia di alcuni territori, soprat- tutto collinari, che altrimenti sarebbero abbandonati. Un esempio di successo è il Pignoletto • Anche la Sardegna ha il suoBarolo: laVer- naccia di Oristano d’annata • Con i vini autoctoni i volumi lasciano il posto alla qualità. Per esaltarla in cantina il metodo della criomacerazione U no dei tratti distintivi della produzione agri- cola italiana è la biodiversità , Non fa eccezio- ne la viticoltura con ben 545 varietà di vite da vino registrate. Secondo gli ultimi dati disponibili di Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino), risalenti al 2017, il vitigno più coltivato è il Sangiovese (8% delle superfici a vigneto), segui- to da Montepulciano, Glera e Pinot Grigio (4% per ognuno) e dal Merlot (3%). Sempre secondo la stes- sa fonte, l’Italia ha il primatomondiale per numero di vitigni autoctoni (80) che coprono il 75% della superficie vitata. I vitigni autoctoni a volte coincidono con il nome del vino, molte altre fanno parte di blend . La maggior parte è conosciuta solo all’interno dei con- fini regionali, ma per alcuni di essi la notorietà sta crescendo anche fuori dai territori di origine. Una curiosa analisi sulle varietà autoctone più ricercate sulweb, presentatanel 2019allafieraAutochtona, lo conferma. Tralasciando i vitigni noti ovunque, come del resto i vini in cui confluiscono, quali Glera (Pro- secco), Sangiovese (Chianti, Brunello, ecc.), Nebbio- lo (Barolo, Barbaresco), la friulana RibollaGialla è la

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