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44 Speciale Vino/Territorio Mixer varietàpiùdigitata (10mila ricerche almese), seguita dall’Aglianico (5.400 ricerche mensili) e dal Lagrein (4.500). Interesse anche per Verdicchio, Cesanese, Primitivo eCannonau. Tutti riscuotono l’attenzione anche degli utenti di altre regioni. PRESIDIO TERRITORIALE Riscopertae rilanciodei vitigni au- toctoni vanno spesso di pari passo con il presidiodel territorio, dannoun’opportu- nità di sopravvivenza all’economia rurale fino a valorizzarla in chiave enoturistica. Ci soffermiamo perciò su esempi in cui la tipicità non è espressione di folclore, ma rappresentaun’opportunitàper l’azienda di rendere la propria offerta un prodotto commercialmente interessante enon sol- tanto simbolico. Unodei casi piùsignificativi edi successodi viticoltura apresidiodi un territorio, attraverso il re- cuperoe il rilanciodel patrimonioampelografico lo- cale, è il Pignoletto . Vitigno tipicodei colli bolognesi, da cui provengono le uve della Docg, si estende fino aModena e a Faenza per la Doc. Riferimento per i produttori dei colli bolo- gnesi era la Cantina di Bazzano (Bo). Alla fine del primodecenniodel XXI secoloquesta realtà storica, nata nel 1928, vienemessa in liquidazione. A salvar- la la Cantina di Carpi e Sorbara che la acquisisce nel 2014dandovitaaCantinaValsamoggiaedà l’oppor- tunità a tutti gli ex100 soci di continuare a conferire. Per la maggioranza si tratta infatti di produttori di piccole dimensioni che non avrebbero avuto la for- za di competere da soli sul mercato o di portare le uve ad altre realtà distanti dalla zona pedecollinare bolognese. Per la ripresa si puntò su un progetto di valorizzazione del Pignoletto sia Docg che Doc, che oggi trova sostanza in una linea di vini culminata con lo spumante charmat lungo Ricordo di San Lu- ca, omaggio a Bologna e a uno dei monumenti più amati dai suoi cittadini. Restando interraemiliana, CantinadiArceto (unadelle quattro realtàdi EmiliaWine) sostiene un progetto di valorizzazione del patrimonio autocto- no della provincia di Reggio Emilia. Dal connubio di dieci varietà di Lambrusco e altri undici vitigni, in alcuni casi salvati dall’estinzione, nasce il Lam- brusco Migliolungo. Il vino è realizzato in collabo- razione con con l’Istituto d’Istruzione Superiore A. Zanelli di Reggio Emilia: le uve che concorrono alla realizzazione del Migliolungo provengono dal vi- gneto internoall’Istitutoe, nel casodi alcune varietà, anche dai vigneti più vocati di alcuni dei soci della Cantina di Arceto. VALORIZZARE I PICCOLI PRODUTTORI Una delle caratteristiche della viticoltu- ra italiana è la frammentarietà. Fantini Group ha puntato sulla valorizzazione del lavoro in vigna di tanti piccoli produttori attraverso un protocollo di qualità che quota il valore dell’uva incrociando la dimensione del vigneto con alcuni indicatori che esprimono le potenzialità qualitative dell’appezza- mento, come la condizione pedoclimatica e l’espo- sizione solare. “Siamopartiti dall’Abruzzo– racconta Giulia Sciotti , responsabile marketing dell’azienda – e dal 1994 a oggi abbia- mo replicato il nostro Progetto Qualità in 7 regioni del Centro-Sud Italia. Con questo sistema riusciamo a portare in cantina uve di qualità costante facendo una grande selezione in vigna che non grava sulla redditività dei viticoltori. Abbiamo dato un’opportunità a molti territori a rischio spopolamento”. Dal- le uve di Merlot coltivate lungo la costa abruzzese (Ortona, SanSalvo) Fantini ha sviluppato la linea Calalenta, un rosè in stile provenzale, molto scarico. “Per dare comunque al vino tutti i profumi della buccia – spiega Sciotti – abbiamo sottoposto i chicchi d’uva diraspati al pro-

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