MIXER_345

82 Il Barman Mixer centinaia di nuovi prodotti, nuove tecniche di mi- scelazione, rispolvero di classici che si pensava fos- sero sepolti dalla polvere del tempo, l’emergere di una clientela assetata non solo di ciò che si trova all’interno del bicchiere, ma anche alla sua storia, a qualche aneddoto che lo riguarda, e si sa quanti aneddoti si celino nella storia del bartending , alle origini e alle caratteristiche degli ingredienti che compongono il drink. Insomma, lo Zola, che lo si vinca o meno, costituisce una solida piattaforma sulla quale costruire il mestiere e uno stimolo utile a comprendere come, per il barman di oggi, smet- tere d’imparare equivale un po’ a morire. E, del resto, il premio porta il nome di un gigante del bartending , uno dei padri fondatori dell’International Bartenders Association e dell’AI- BES stessa, uno dei ventinove barman che rispo- sero alla storica “chiamata” del conte Antonio Spalletti Trivelli . Al comando del bar dell’Hotel Principe di Savoia a Milano, crocevia di teste co- ronate come la regina d’Inghilterra Elisabetta II, industriali leggendari quali Henry Ford e Aristotele Onassis, artisti del calibro di Maria Callas e Charlie Chaplin e l’elenco potrebbe diventare intermina- bile per arrivare al giorno d’oggi, c’era Angelo Zola il quale, non “contento” della sua posizione di as- soluto prestigio si dedicò anima e cuore anche alla neonata, correva l’anno 1949, associazione, diven- tandone presidente per più volte ma soprattutto impegnandosi a darle una dimensione di “scuola di formazione” che è diventata unmust negli anni. Zola, non da solo , ovviamente, ma con il suo imprescindibile contributo, ha gettato le fon- damenta dell’AIBES di oggi, ha contribuito a co- struire i suoi vitali rapporti con le aziende che co- stituiscono il naturale background di chi lavora dietro il bancone, ha proposto, nel lontano 1960, la creazione di unprimo ricettario ufficiale dell’IBA , chiedendo ai rappresentanti delle varie nazioni un contributo in termini di ricette più emblematiche. E in tutto questo incredibile dinamismo è riusci- to ogni anno, come ricordano gli autori del volu- me a lui dedicato L’angelo dello shaker , a inviare scritti di suo pugno migliaia di auguri natalizi ai suoi clienti. Che sarà pure una cosa “preistorica” in tempi di mail, sms e messaggi vocali, ma che te- stimonia quanto quest’uomo dedicasse impegno e attenzione al rapporto umano che intercorre tra chi prepara il bicchiere e chi lo svuota. Anzi, scusa- te, lo sorseggia. Perché, come insegnavaAngeloZo- la, “bere miscelato è bere moderato” . L’ennesima lezione impartita da questomaestro di cui forse si ricordano poche ricette, sebbene ne abbia firmate un numero considerevole, ma che è stato un ma- estro di stile. Di attitudine. E che quindi merita di essere celebrato, anno dopo anno, con questo pre- mio che gli è stato dedicato. Partecipate allo Zola, provate a vincere lo Zola. Soprattutto, siate, alme- no un po’, provate a essere degli Angelo Zola. ❁

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