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38 Speciale/Monouso Mixer Addio plastica! Non siamo pronti Il mondo del monouso si sta concentrando sull’utilizzo di materiali alternativi alla plastica, ma la vera sfida è cercare di ridurre gli sprechi e il volume dei rifiuti di Jessika Pini Per chi ha fretta • Take away edelivery sono tendenze incre- scita, ma che devono fare i conti con le di- rettiveUEsullariduzionedell’impiegodella plastica • Le alternative biodegradabili non perfor- mano come i monouso in plastica. E crea- nocomunque rifiuti per il cui smaltimento mancano le infrastrutture • Dal punto di vista della gestione dell’igie- ne del locale, alcune tecnologie vengono incontro ai ristoratori in modo da ridurre gli sprechi T akeawaye ristorazioneveloce fannouneleva- to utilizzo di contenitori e stovigliemonouso ; ad essi, durante il covid, si è aggiunta la forte richiesta da parte di tutta la ristorazione che ha ab- bracciato la consegnaadomicilio per compensare le chiusure, portando il fatturato del food delivery nel 2021 a 1,5 miliardi di euro. Una tendenza che non sembra del tutto sgonfiarsi con la fine delle restri- zioni, ma che deve fare i conti con la politica comu- nitaria per la riduzione dell’impiego della plastica , in base alla quale posate, cannucce, contenitori mo- nouso, ecc. in plastica vanno sostituiti con altri ma- teriali compostabili. BIOPLASTICHE, ALTERNATIVE INSUFFICIENTI “La plastica è oggetto di una campagna di demonizzazione ma resta il materiale più perfor- mante che abbiamo a disposizione – afferma Al- berto Valle , deputy Ceo presso Chs , azienda spe- cializzata nella fornitura di prodotti professionali (contenitori, bicchieri, piatti, ecc.) per l’horeca – e ormai sono diversi i progetti attivi anche nel no- stro paese per il riciclo dei vari polimeri. Sul fronte delle alternative , il PLA per esempio è una biopla- stica, ricavata dalla trasformazione degli zuccheri del mais e di altri vegetali, ma è molto sensibile al calore , quindi non adatta per i bicchieri che devo- no contenere bevande calde. Al di là delle caratteri- stiche tecniche, i materiali di origine naturale non coprirebbero la domanda mondiale di plastica e inoltre non ci sono ancora le infrastrutture idonee per il loro reale smaltimento. Senza tralasciare che i contenitori in PLA riportano il simbolo della tar- taruga esattamente come quelli in plastica e che dal compostaggio industriale di questi materiali si produce poco biogas poiché la frazione organica dell’umido è ampiamente superata da quella secca diquestebioplasticheesi ricavauncompost spesso non idoneo per l’agricoltura ”.
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