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29 Luglio-Agosto 2022 delle imprese, è però anche una questione dimind- set. Questo mestiere è chiamato ad evolversi rapi- damente, passandoda una vocazione commerciale più tradizionale a una maggiore attenzione degli aspetti analitico-finanziari, introducendonegli or- ganigrammi figure di business analyst” . Tutte funzioni che, in una realtà come la vostra, già esistono. Ci fa la carta di identità di Doreca? “L’azienda nasce 30 anni fa, quando Birra Peroni decide di avere una propria rete vendite integrata. Nel 2011 avviene il passaggio di pro- prietà con l’acquisizione da parte della famiglia Faranda, che in un decennio l’ha prima risana- ta, e poi portata ad operare su tutto il territorio nazionale, ad esclusione di Basilicata, Calabria e Campania. Attualmente possiamo contare su un fatturato di 210 milioni di euro nel 2021, con un portfolio di 12mila referenze, quasi solo appar- tenenti al mondo Food and Beverage. In totale, siamo 500 persone, di cui circa 300 appartenenti alla divisione vendite, 140 al personale ammini- strativo e il resto top e middle management” . Beverage, food grocery e food surgelato. Quale è il peso di questi settori merceologici nel mix del vostro fatturato? “Il 94 per cento del fatturato arriva dal mondo Food and Beverage, il resto èmolto fram- mentato . All’interno di questa componentemag- gioritaria, rispecchiamo sostanzialmente il mix degli altri distributori con la birra al 37 per cento, gli spirits al 12 per cento, le acque al 14 per cento, il vino all’11-12 per cento e le restanti bevende (es. cole e sciroppi) al 25 per cento. Per quanto riguarda la tipologia di clienti , dopo il Covid abbiamo attuato una razionaliz- zazione arrivando a trattare continuativamente con 16mila esercizi, che diventano circa 21mila durante i picchi stagionali. Di questi, il 30-35 per cento sono bar tradizionali , il 20 per cento risto- ranti , il 18 per cento pizzerie , il 5 per cento hotel e la restante parte tipologie di esercizi come chio- schi e stabilimenti balneari” . Quali sono i plus che un esercente dovrebbe riconoscere in Doreca rispetto a un distributore indipendente o sotto il controllo dell’industria della birra? “Uno dei nostri elementi distintivi è sicu- ramente la profondità nelle liste di assortimen- to. Disponiamo della più ampia gamma in Italia , essendo dalle 10 alle 20 volte più grandi rispetto a un normale distributore. All’interno del nostro ventaglio di prodotti, proponiamo 2.700 etichette di vino, 400 di rum, 420 di gin, oltre 200 di whisky e 700 marchi di birra. A fare la differenza è anche il know-how maturato in 30 anni di presenza nel mondo Food and Beverage, prima parte di una multinazionale della birra, e poi come realtà im- prenditorialeprivata. Lanostra rimaneun’azienda a fortevocazioneb2b, conun importante focus sul concetto di servizio a carattere commerciale . So- prattutto inperiodi come l’attuale, l’importanza di essere solidi è fondamentale, ed è esattamente ciò che vogliamo comunicare ai nostri interlocutori”. Si dice tanto che il distributore di bevande dovrebbe essere un consulente dell’esercente, ma poi nei fatti spesso è solo un consegnatario di prodotti richiesti dal gestore. Ma nel nostro mondo è così impossibile fare un progetto di category ? “È esattamente quanto cerchiamo di fare nella nostra attività quotidiana. Con una presenza capillare sul territorio. Siamo attivi tutti i giorni della settimana con i nostri clienti, grazie a piatta-
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