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79 Settembre 2022 Il mondo LGBTQ+ ha svolto, e continua a svolgere, un ruolo nel mondo del bartending. Alcuni cocktail famosi, come l’Angelo Azzurro, sono ad esempio nati in locali gay friendly per poi conquistare fama mondiale. Dagli Stonewall Riots a New York al ‘cocktail pride’, l’inclusività passa anche attraverso un drink… Mirco Bedin, Edoardo Bullio, Pierpaolo Ciccone, Gabriele Lampasi e Simone Stocco MIXING LAB Cocktail… Pride I l primo Gay Pride della storia fu violento. Nella not- te tra il 27 e il 28 giugno 1969 un’irruzione non mo- tivata della polizia all’interno dello Stonewall Inn, un gay bar nel Greenwich Village , fu la causa sca- tenante di una vera e propria rivolta della comunità omosessuale newyorkese stanca di subire continue vessazioni. Gli scontri tra polizia e cittadini andaro- no avanti qualche giorno ma quegli scontri furono il primo segnale che qualcosa stava cambiando nella società americana e, da allora, i Pride che si tengono in tutto il mondo celebrano quella ricorrenza. In un contesto fortunatamente molto diverso da allora. Il ruolo della comunità gay e, per estensione, quel- lo della comunità LGBTQ+ è importante in tutti gli ambiti della collettività e in tutti gli ambiti profes- sionali. Non escluso quello del bartending. Uno dei drink, ad esempio, più famosi a cavallo tra gli Anni Ottanta e i Novanta fu l’ Angelo Azzurro, in qualchemodo uno spartiacque sebbene ultimamen- te un po’ passato di moda. La sua nascita si colloca in una Roma che stava conoscendo la sua rivoluzio- ne sessuale grazie alla presenza delle prime disco- teche e dei primi bar gay friendly. Tra questi, anche se oggi non esiste più, il più noto era l’Angelo Azzur-
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