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80 il Barman Mixer ro a Trastevere , che doveva il suo nome al celebre film omonimo interpretato da Marlene Dietrich, diva degli Anni Trenta diventata nel tempo un’icona della comunità LGBTQ+. Il bartender del locale, Giovan- ni Pepè noto anche come ‘Mammina’, già barman nella discoteca Alibi, lo creò come signature drink del locale utilizzando gin, triple sec, blu Curaçao e qualche goccia di limone. Una ricetta piuttosto sem- plice che tuttavia conobbe il vero successo quando Pepè lo rese meno forte servendolo in un highball completandolo con dell’acqua tonica. Il drink non nacque come ‘cocktail gay’ ma come cocktail ban- diera del locale, apprezzato e consumato da chiun- que. E, ben presto, anche al di fuori dell’Angelo Az- zurro stesso diventando uno dei drink più popolari di quel periodo, sia nei locali gay friendly sia nei locali di qualsiasi genere, stile, atmosfera. Anche se con una particolare predilezione per i frequentatori delle discoteche. Del resto, i locali gay friendly non si riconoscono dall’insegna. Ma è un fenomeno che sta certamen- te prendendo piede in diverse città italiane. Spesso sono locali inseriti in contesti e quartieri tolleranti verso l’universo LGBTQ+, ma non si differenziano particolarmente dai locali ‘tradizionali’, se non for- se per la clientela abituale. Essi risultano aperti a chiunque e normalmente propongono un’offerta di prodotti di qualità, sia in ambito food sia in ambito drink, senza mai trascurare il lato estetico. A Milano ad esempio troviamo il Mono, in zona Porta Venezia. Questo locale che ricorda gli Anni Sessanta e Settanta è uno dei locali storici del ca- poluogo lombardo, di stile internazionale di stampo berlinese, con musica elettronica di sottofondo, e vi accoglie sia per l’aperitivo sia per un dopocena in relax con drink e food curati al dettaglio. Spostandoci al centro troviamo il Piccolo Caffè in Borgo Santa Croce a Firenze. Storico e piccolo loca- le fiorentino, è punto di riferimento per la comunità LGBTQ+ del posto con aperitivi ricercati e abbina- menti che puntano molto sui prodotti tipici del ter- ritorio. Scendendo di poco, a Roma c’è il Coming Out , lo- cale in zona Colosseo, primo di una serie di locali LGBTQ+ nella gay street capitolina. Copre tutte le fasce orarie della giornata, dalla colazione fino alla tarda notte con musica dal vivo o deejay e ottimi aperitivi, pranzi o cene. Scendendo ancora lungo la penisola, a Napoli tro- viamo il Ghetto Crime Bar . Sito nel centro della movida napoletana, questo locale offre ottimi drink assieme a musica e tutto il divertimento parteno- peo, facendo sentire a casa sia la comunità gay sia quella lesbo. In Sicilia invece troviamo l’ Exit . Un locale storico, presente sul territorio dagli Anni Ottanta, che fa in- contrare la comunità LGBTQ+ locale con quella tu- ristica e internazionale, con drink intitolati a figure amate dalla comunità gay. Come, tanto per citarne uno, il Crazy Dorothy, dedicato al personaggio inter- pretato da Judy Garland nel Mago di Oz. A Palermo Ingredienti 3 cl Tequila 3 cl succo di anguria 3 cl succo di lime 2 cl sciroppo semplice 2 dash di bitter Segura Viudas Brut Cava Procedimento Mettere tutti gli ingredienti in un bicchiere e mescolare con ghiaccio tritato. Completare con Segura Viudas Brut Cava e guar- nire con una fettina di cocome- ro. Ricetta di Mirco Bedin Ingredienti 5 cl Campari Bitter 5 cl succo d’arancia 30 cl birra artigianale India Pale Ale 1 splash San Pellegrino Spumante Mandarino 1 spicchio d’arancia Ingredienti 3 cl Malibu Rum 3 cl Captain Morgan Spiced Rum 1,5 cl brandy alla ciliegia Diet Coke Ciliegie al maraschino Procedimento Colmare un tumbler alto con ghiaccio e aggiungervi i due rum e il brandy alla ciliegia. Comple- tare con la Diet Coke e guarnire con una ciliegia al maraschino. Cavamelon Cooler Campari IPA Cherry Cola Beach Party Procedimento Il bicchiere è quello classico, e capiente, di una pinta di birra. Introdurre per prima cosa alcuni cubetti di ghiaccio. Versare poi il Campari Bitter, il succo d’arancia e la birra. Infine uno splash di San Pellegrino Spumante Mandarino. Mescolare e guarnire con una fetta d’arancia. Ricetta di Mirco Bedin. inoltre, in occasione del ‘Palermo Pride’ del 2019, una decina di locali, sensibilizzati dal passaggio del movimento ‘Rainbow’, hanno creato vari drink in onore all’orgoglio omosessuale. I bartender di questi cocktail bar hanno creato drink ispirati a film, musiche, poeti o poetesse, storie, eventi o fatti connessi in qualche modo al mondo LGBTQ+. Infine, in provincia di Napoli nel luglio 2021 il locale Bros and Bun , per dar man forte alla comunità LGBTQ+ che voleva far sentire la propria voce a favore del Ddl ZAN ha cre- ato il Rainbow Drink, un cocktail ispirato alla bandiera della comuni- tà gay. Questo drink è stato studiato da Giuseppe Esposito, capo barman del Bros and Bun. Di meritevole rilievo il fatto che Annalisa e Gennaro Alfiero, fratelli e co-fondatori dell’attività abbiano lasciato il drink in carta per una settimana. £

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