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23 Ottobre 2022 ne spirits (l’altra divisione è quella food, con marchi come Olio Cuore, Cannamela, Bonomelli, Valsugana etc.), negli ultimi 6 anni l’incremento del fatturato è stato del 60 per cento, con il 25per centodei ricavi dovuto aimercati esteri. Ma l’obiettivo è arrivare a equilibrare la parte italiana con quella internazionale ”. Qual è il segreto del vostro successo? “Facciamo parte di un Gruppo che fa della continuità uno dei motivi di forza. Esiste un rapporto speciale con gli azionisti, presenti ma capaci di delegare al management, dando senso a valori che vanno al di là degli aspetti econo- mici. In questo modo si crea una miscela positiva in grado di attrarre talenti , dove la caratteristica di saper guardare a lungo termine alla lunga fa la differenza. Alcune multina- zionali, per portare risultati nel breve periodo, fanno scelte discutibili, come ad esempio tagliare la rete commerciale. Ecco noi lavoriamo sul lungo termine e mi perdoni il gioco di parole alla lunga paga”. A proposito di rete vendita, quasi 150 agenti solo in Italia sono tantissimi... “Sì, e in prospettiva potrebbe anche esserci un ulterio- re incremento, sempre con un’organizzazione che prevede nel fuori casa due direttori vendite sul territorio di grande esperienza e qualità professionale: uno per il nord, Massi- mo Ghezzi; e uno per il centro-sud, Francesco Magazzino. L’esistenza di una rete distributiva così capillare – proba- bilmente la più estesa nel mondo degli spirits – deriva dalla nostra convinzione che i rapporti umani sono fondamentali anche quando si fa business . In una realtà dove serviamo direttamente oltre 12 mila clienti, gli agenti rappresentano il valore aggiunto sul territorio, in grado di fornire non solo un’adeguata consulenza sui prodotti, ma anche l’ormai indi- spensabile supporto in fatto di gestione finanziaria, digitale e logistica. Per questo motivo, tutta la rete commerciale è sottoposta a una continua formazione , pari al 30 per cento del tempo di ogni agente. Tanto più che, i nostri uomini di vendita devono essere sempre i più bravi nelle loro aree di riferimento”. Come è cambiata la domanda dei consumatori dopo la pandemia? E la professione dei bartender? “Spesso si dice che niente sarà più come prima. Invece è tutto in evoluzione, ma da sempre. Ci saranno cambia- menti, ma anche opportunità, tra la crescita del digitale e il ritrovato valore dello stare insieme . Per quanto ci ri- guarda, lavorando senza fare proclami, in questi ultimi due anni abbiamo cercato di essere ancora più vicini ai nostri clienti, rafforzando i legami preesistenti. È cambiata anche la professione del bartender: si è verificata una certa scre- matura, chi non era all’altezza si è dedicato a fare altro . Complessivamente, l’intero mondo del fuori casa mi sem- bra abbia reagito positivamente, aumentando la domanda di formazione , a cui speriamo di essere stati tra quelli capaci di dare una risposta”. Come nel caso di The Vero Bartender 2022, di cui si è appena celebrata la finale italiana a Milano... “Investiremo ancora di più su iniziative di questo gene- re, il nostro obiettivo è stringere ulteriormente i rapporti con la nostra community di riferimento per far conoscere una gamma di prodotti che si fa, anno dopo anno, più ricca e versatile. D’altronde, la crescita on-trade rappresenta per noi una priorità assoluta, è il canale HoReCa che costruisce la reputazione di un brand. E la strada maestra è lavorare a

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