MIXER_350

86 il Barman Mixer Victor Morris, che intorno agli Anni Venti del secolo scorso aprì un bar a Lima e vi iniziò a servire questo drink. Tuttavia alcuni autori peruviani riferiscono di un libro di cucina peruviana risalente al 1903, quindi prima della comparsa di Morris, che cita un drink preparato con gli stessi ingredienti, a parte lo zucche- ro al posto dello sciroppo di zucchero, e con la stessa tecnica. Al di là del sour, il pisco può vantare almeno altri grandi drink di sicuro effetto. Il primo è il Pisco Punch , le cui origini si devono andare a cercare in un saloon di San Francisco guidato dal barman Duncan Nichols alla fine dell’Ottocento e dove il distillato pe- ruviano conobbe un successo enorme e dove lo si consumava in quantità deci- samente superiori a quelle di qualsiasi altro concorrente alcolico. Il secondo si chiama Chilcano e ha il merito non in- differente di unire semplicità e velocità di preparazione a un gusto decisamente rinfrescante e dissetante. Esattamente come il Pisco Capitan , una sorta di Mila- no – Torino dove il bitter è sostituito per l’appunto dal pisco. Se anche ci si fermasse qui non sarebbe davvero poca cosa. Ma il pisco è una risor- sa che merita e che può essere sfruttata ulteriormente. Soprattutto perché il pisco peruviano è poliedrico . La sua distillazio- ne in un solo passaggio e il suo divieto all’affinamento in legno, elementi che potrebbero apparire come una “strettoia” per il distillatore, in realtà valorizzano la materia prima, l’uva, e la sua capacità di esprimere il terroir e l’annata. E, ancora, la sapienza del blender della distilleria che può certamente creare un pisco da una sola varietà, e in quel caso il risultato si chiamerà Pisco Puro, ma può anche ricorrere a blend di uve diverse oppure a blend di mosti di uve diverse e persino a blend di vini, chiamiamoli così, “monovarieta- li”. Tutti questi blend si ritrovano sotto la definizione di Pisco Acholado e soprattutto in questa variante si può ritrovare la firma dell’azienda che lo produce. Last, but not least esiste anche il Pisco Mosto Ver- de . Quest’ultimo è un pisco che si ottiene distillan- do un mosto di vino che non ha ancora completato del tutto la fermentazione e che quindi contiene più zuccheri. Ideale da sorseggiare in purezza, il Mosto Verde può cambiare radicalmente il profilo di un cocktail. Basta provare a fare un Pisco Sour con un Puro, come vuole la consuetudine, oppure con un Mosto Verde. Si avranno due cocktail diversi. Sottovalutato per anni o al massimo confinato nei li- miti del suo drink più famoso, il pisco peruviano è in realtà una piccola miniera da esplorare con la luce della creatività della quale i barman italiani danno quotidianamente dimostrazione . £ Ingredienti 6 cl Pisco 3 cl succo di limone fresco 2 cl sciroppo di zucchero 1 albume d’uovo crudo Preparazione Aggiungere tutti gli ingredienti in uno shaker con ghiaccio. Shakerare e filtrare in una coppetta. Pisco Sour (Ricetta ufficiale IBA) Ingredienti 6 cl Pisco 2 cl sciroppo d’ananas 2,25 cl succo di limone fresco Preparazione Questa la versione più semplice della ricetta, c’è chi aggiunge una dose d’acqua (ma anche di vermouth dry o di vino bian- co secco) pari alla metà della dose di pisco. Gli ingredienti si aggiungono nello shaker colmo di ghiaccio. La shakerata deve essere vigorosa e, al termine, si filtra con lo strainer in coppetta. Pisco Punch Ingredienti 6 cl Pisco 1,5 cl succo di lime fresco Ginger ale 2 dash di Angostura bitters Preparazione Riempire un bicchiere highball o tumbler alto di ghiaccio. Versare il pisco e il succo di lime. Colmare con ginger ale e mescolare lenta- mente con barspoon. Chilcano

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