MIXER_351

FUORI CASA 34 Luciano Pavarotti. Poi finalmente Milano, e il salto vero e proprio dal posto fisso all’imprenditorìa. “A Milano mi sono sempre trovato benissimo, per questo nei miei ristoranti ci si deve sentire ‘come a casa’, per l’appunto”. TUTTI I SEGRETI DELL’OFFERTA “Neimiei locali si deve respirare l’artigianalità, a cominciare dal trattamento che riserviamo a chi ci sceglie. Perme non ci sono differenze tra clienti, l’importante è che chiunque entra nel nostri locali si senta ben accolto. È esattamente ciò che voglio trasmettere a tutta la mia brigata”, spiega Rizzo. Così, nel ‘Bistrot Rizzo Come a casa’ , si parte findalla mattina con brioche e dolci, tra cui panettoni e colombe artigianali, tutte prodotte in-house (“mi occupo in prima persona dei lievitati, arriviamo a sfornare qualcosa come 1.500 panettoni all’anno”). E poi una cucina a base di pesce, manco a dirlo con materie prime di qualità. “Veniamo da Tropea e sul pesce siamo molto forti, non c’è bisogno di dirlo”. A completare l’offerta di un format di ristorazione a 360°, l’ultimo arrivato: ‘ Nonna Vittoria ’. Ampie vetrate, un bancone di macelleria dove si può scegliere la tipologia di carne da grigliare in diretta, un piano rialzato – è questo il regno di Nonna Vittoria in persona, la mamma di Mimmo, “assunta” per la sua speciale abilità di sfoglina - da dove arrivano orecchiette e tagliatelle preparate al momento. Alle pareti, bottiglie di vino e prodotti tipici, inun’atmosfera che sadi eleganza senza eliminare la sensazione di trovarsi davvero tra le mura domestiche. DALLA COLAZIONE ALLA CENA Amici di una vita, manager e chiunque si trova a lavorare nei dintorni. “Da me le porte sono sempre aperte, soprattutto in una zona della città come questa che sta cambiando fisionomia a grande velocità”, racconta Mimmo. Una delle tante facce del cambiamento della Milano odierna, dove la tradizionale clientela business si trasforma presto in frequentatori abituali. La situazione ideale, insomma, per non risentire più di tanto di un fenomeno come lo smart working. “Tra le grandi aziende che hanno i loro uffici qui vicino, non tutte sono ancora tornate in presenza. Ma molti clienti tornano da me lo stesso, magari alla sera. Un chiaro segnale che investire qui è stata, e continua a essere, la scelta giusta”. D’altronde, da attento uomo di marketing quale è, Rizzo è riuscito a sfruttare persino il lockdown per allargare il giro degli affezionati . “Grazie alla produzione propria ce la siamo sempre cavata. Abbiamo mantenuto il posto di lavoro a tutti i collaboratori, senza ricorrere alla cassa integrazione, utilizzando delivery e take away. Un delivery di qualità e personalizzato, però. Non quello anonimo delle piattaforme più famose, con le quali non a caso non collaboriamo”. E per il futuro? I progetti non mancano e sono già stati messi nero su bianco, ma meglio non rivelarli troppo presto ... Domenico Rizzo e la signora Vittoria

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz