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90 IL BARMAN www.venicecocktailweek.it i Mettere insieme decine di bartender, da coloro che guida- no il banco bar dei grandi alberghi a quelli che animano le serate degli street cocktail bar, le istituzioni cittadine, il Consorzio Promovetro Murano, le aziende sponsor e le associazioni partner, tra le quali AIBES, non deve essere stata un’impresa facile. Ma il risultato è stato, a dir poco, sorprendente. Per una settimana, dal 26 settembre al 2 ottobre, la Serenissima è così stata la capitale mondiale del bere miscelato . Per chi lavora a vario titolo in questo settore o anche per chi è semplicemente appassionato al mondo dello shaker è stato quasi impossibile tener dietro a tutti gli eventi in programma, ma poter scambiare due parole con Jared Brown e Anistatia Miller , autori di libri fondamentali per l’arricchimento culturale di ogni bartender, provare un Martini in stile Connaught Bar preparato con l’inconfon- dibile maestria di Giorgio Bargiani, seguire un dibattito sul gin tonic con Roberto Pellegrini, Samuele Ambrosi, Antonio Ferrara, Lucia Montanelli e Rama Redzepi o la conversazione a due tra il filosofo Massimo Donà e Walter Bolzonella , assistere alla consueta, leggendaria, perfor- mance di Salvatore Marchese e alle numerose, troppe per citarle tutte, masterclass organizzate un po’ dappertutto in città, ha reso l’evento una maratona esaltante. Tuttavia il grande merito della Venice Cocktail Week è stato, a nostro avviso, da un lato quello di mettere in luce e di ‘aprire le porte’ alla città dei bar dei grandi alberghi: dall’Aman al Metropole, dal Bauer al St. Regis, per citarne solo alcuni, troppo spesso considerati delle fortezze qua- si impenetrabili ai più e, dall’altro, di metterli in connessione con locali, per posizione e ruolo, di più facile accessibilità. Le differenze, tra i primi e i secondi, ovviamente ci sono ed è quasi inutile sottolinearle, tanto sono intuibili, ma è proprio nelle differenze, composte in un mosaico dove le singole tessere possono anche avere un colo- re diverso ma che, insieme, lo rendono un’opera d’arte, che va trovato il segreto del successo della Venice Cocktail Week. E il messaggio ‘politico’ più democratico della settimana: ovvero che esiste un luogo, un drink, un’atmosfera per ciascuno e ciascuno , a seconda dell’occasione, del proprio umore, del tipo di serata che vuole passare, può trovare il luogo, il drink e l’atmosfera che meglio gli vestono addosso. La passerella dei grandi nomi, da Marchese a Bargiani, da Ambrosi a Pistolesi sono state la classica ‘ciliegina sulla torta’, ma è nei ‘ resident bartender’ che va trovata la vera ricchezza della Venezia del cocktail, una Venezia sulla quale la Cocktail Week voluta dalla Mencarelli e realizza- ta con uno staff ineccepibile sotto tutti i punti di vista ha acceso i riflettori. Con una luce che si spera resti accesa anche oltre la settimana a cavallo tra settembre e ottobre. E, per quello che ci riguarda, bene dunque ha fatto AIBES ha firmare la partnership con la Venice Cocktail Week. In un periodo storico, come quello che stiamo vivendo, nel quale per mille motivi il cocktail sta tornando a essere pro- tagonista delle serate di giovani e meno giovani, di con- sumatori consapevoli e di consumatori curiosi, eventi di questo tipo servono a diffondere una cultura del bere che deve essere ovviamente responsabile ma che, per esserlo sul serio, più che di slogan ripetuti come un mantra alla lunga forse pure un po’ noioso ha bisogno di occasioni d’incontro, e di consumo, che abbiano un respiro convi- vale ma anche culturale . Per capire in maniera definitiva che bere un cocktail è decisamente molto di più, e molto meglio, che il semplice sorso di una bevanda alcolica.

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