Qualitaly_121
12 FEB. MAR. 2021 per affrontare l’attuale situazione per un operatore del foodservice. In base al le vostre ricerche, quali sono in questo momento le maggiori preoccupazioni per i grossisti? Vediamo tregrandi preoccupazioni. La prima riguarda il conto econo- mico. Il primo lockdown è stato in- dubbiamente pesante, ma il settore del fuori casa veniva dal 2019, che era stato un buon anno. La prima grande difficoltà è coincisa con le perdite del periodo pasquale, non completamente recuperate con le riaperture estive. Questo perio- do è stato favorevole per quelle che io definisco “mete turistiche nazional-popolari” dove si sono riversati i nostri concittadini. Per le città d’arte e le mete tipiche dei turisti stranieri, neppure l’estate è stata facile. La seconda ondata, nel periodo ottobre-gennaio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ha coinvolto il periodo natalizio dove normalmente il giro d’affari èmolto importante. Le aper- ture a singhiozzohannopenalizzato fortemente il circuito, così come la scelta di bloccare gli impianti di ri- salita ha impattato pesantemente sulle località turistichemontane. La seconda preoccupazione è il credi- to. I grossisti si sono trovati di fronte a conti non saldati, con difficoltà di gestione della cassa e di recupero dei crediti dai propri clienti. La terza preoccupazione è la vi- sibilità: il legislatore non ha mai previsto dei ristori per le aziende del settore. La categoria sembra essere invisibile, probabilmente perché ritenuta erroneamente dal legislatore poco rappresentativa. Uno dei riferimenti è la federazione Italgrob, che fa parte del sistema Confindustria e rappresenta or- mai sia i grossisti di bevande che gli alimentari e dolciari, ma devo dire che il comparto ha sempre dato poca attenzione all’aspetto federativo. IN DISPENSA Più digitali per affrontare le sfide Il 2020 nel mondo del fuoricasa sarà ricordato anche come l’anno dell’affermazione dell’e-commerce, del delivery e del take away. Gli operatori del foodservice sono stati pronti ad affrontare queste novità che richiedono un certo livello di digitalizzazione? La risposta arriva dallo studio che GS1 Italy ha affidato a TradeLab, che ha intervistato 66 manager dei quattro segmenti dell’Ho. re.ca .: produzione, distribuzione, catene di ristorazione commerciale e risto- razione collettiva. “Digitalizzare il ciclo delle merci - afferma Paolo Cibien, foodservice engagement manager di GS1 Italy - significa mantenere allineato il flus- so fisico dei prodotti e il flusso informatico ad esso correlato. Questa ricerca ha mostrato che in Italia la digitalizzazione del ciclo delle merci nel foodservice è ancora limitata, ma ha fatto emergere l’interesse e l’attenzione da parte degli attori della filiera per le potenzialità che l’adozione di un linguaggio comune standard porta con sé”. Il codice a barre e gli altri standard di identificazione del prodotto sono strumenti a supporto delle imprese. Per esempio, i sistemi che informano in tempo reale sulle caratteristiche del prodotto permettono di aggiornare in modo più rapido e preciso i menu pubblicati sul web e consentono di condividere le immagini dei prodotti per finalità di marketing e comunicazione online. L’implementazione di strumenti di identificazione consente di rendere efficienti i processi aziendali, effettuare economie nella gestione del magazzino e nell’aggiornamento degli inventari, di automatizzare il controllo delle merci e snellire le attività a minor valore aggiunto, di rispondere più rapidamente a richiami di prodotto, di semplificare lo scambio di informazioni sul prodotto, come allergeni e informazioni nutrizionali. “La nostra sfida - conclude Cibien - è quella di aiutare la filiera del fuori casa ad essere più efficiente, favorendo la digitalizzazione e la condi- visione delle informazioni di prodotto. Ogni attore della supply chain può ottenere importanti benefici dall’adozione degli standard GS1”.
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