Qualitaly_121
18 FEB. MAR. 2021 piatti pronti o semipronti non pre- parati al ristorante ma in una dark kitchen, presentati sotto un altro nome. Piatti confezionati sottovuo- to in atmosfera controllata da pro- porre, a pranzo, a uffici o aziende in alternativa alle mense. Certo, bisognerà vedere come evolverà la situazione lavorativa, ma penso ci sarà spazio per un’offerta di piatti pronti di qualità, con lavorazioni contemporanee”. DISTINGUERSI Fabiola Scarselli, Distinto, Isernia, luglio 2020 “Il ristorante? È un piccolo sogno nel cassetto che avevamo io e mio fratello” dice Fabiola Scarselli, maître e sommelier del ristorante Distinto, aperto a Isernia il 14 luglio scorso con il fratelloVincenzo, chef proveniente da varie esperienze a Londra, dove ha lavorato per Ja- mie Oliver. Un ristorante di cuci- na fusion sulla piazza di Isernia è una sfida, ma loro ci credono e già non potremmo garantire lo stesso servizio a un numero maggiore di persone”. Il punto di forza su cui puntate an- che per il post Covid? “Stiamo edu- cando il palato dei nostri ospiti a sapori sempre diversi, usando non solo prodotti molisani. Abbiamo viaggiato e provato cucine etniche, e questo ci porta a sperimentare. Cuciniamo cose che a casa non si possono fare. Al momento invece, per adeguarci al pranzo, abbiamo immaginato un menù fast con due portate più una piccola pasticceria. Avevamo anche tante idee come l’azoto liquido, ma al momento dobbiamo tenerci a freno, sono troppo costose nel l’incer tezza della situazione”. ADATTARSI Ciro Alber to Cuciniel lo, Car ter Oblio, Roma, novembre 2020 Carter Oblio è l’anagramma di Ci- ro Alberto, Cuciniello di cognome, chef creativo (ha lavorato al Com- bal.Zero) che ha aperto a Roma, zona Prati affrontando un rompica- po non risolvibile dall’enigmistica: come sopravvivere ai tempi del Covid? E si è dato varie risposte. PRIMO PIANO dal nome mettono in chiaro la loro particolarità. “Lavoriamo su affu- micature, sferificazioni, spume, con le materie prime dell’orto di nostra madre”. Tante le idee mes- se in campo fin da subito, come il bancone dove assemblare, a vista, la pasticceria, “per far vedere che le lavorazioni sono tutte nostre e anche per invogliare i commensali a consumare il dessert”. Oppure il cocktail di benvenuto con bollicina extra dry e sfere di Aperol: “è di- ventato il nostro biglietto da visita, fa capire subito al cliente che tipo di cucina si può aspettare”. Come staandando? “Per noi è stata grande la difficoltà di non potere aprire la sera, perché il nostromenu à la carte richiede del tempo che in pausa pranzo non c’è. Certo, noi chiudevamo alle 18 e poi uscivamo per vedere supermercati e negozi sovraffollati”. Il numero dei com- mensali invece non è cambiato: “dieci tavoli sono e dieci reste- ranno, per circa 25 commensali: Fabiola Scarselli Alberto Cuciniello CREDITS JOANA RAZMYTE
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