Qualitaly_121
28 FEB. MAR. 2021 entrare in scena anche al ristorante alimenti pre-confezionati (da pro- porre perlopiù nella pausa pranzo) o semilavorati da completare poi nelleproprie case. Questo scenario è fondamentale per la sopravviven- za del sistema: il futuro prossimo richiede necessariamente l’indivi- duazione di nuovi ambiti di consu- mo. Non solo: le strategie possono dare vita anche a nuovi prodotti da vendere non solo in loco ma anche attraverso delivery e mercato onli- ne. E su questo punto, Ken Har- ris, managing partner del Cadent Consulting Group, sostiene che i fornitori selezioneranno le materie prime lavorando a stretto contatto con la filiera per ottimizzare, riva- lutare e distribuire anche su larga scala prodotti esclusivi realizzati nelle cucine dei ristoranti. L’impatto della crisi sul reddito e sulle finanze personali è assoluta- menteda considerare. Bisogna fare attenzione perché i budget riservati allegrandimangiate fuori portasono cambiati. Uscire è più un piacere Ed è per questo che una via da per- correrepotrebbe essere la frequen- tazione dei mercati della Coldiretti. Negli Stati Uniti molti ristoratori si forniscono dai Farmers Market. Gli ingredienti a chilometro zero sono una realtà ormai irrinunciabile. Anche i menù devono essere snel- li, scritti in modo semplice, chiari. Bisogna puntare su poche voci ma vincenti. Il ristorante deve essere riconoscibile per piatti che ben lo identificano. Una proposta ridotta porta a una selezione e al risparmio. Non bisogna sprecare, e tanto me- no buttare le materie prime. Meglio avere un magazzino snello ma di alto profilo. QUALCHE INDICAZIONE DA UN SONDAGGIO Al.ta Cucina, mediatech company e community del food, che porta nel mondo l’eccellenza italiana, ha recentemente presentato i dati di una indagine che ha raggiunto oltre 4 milioni di appassionati di cucina. Si chiama “Il 2020 ai fornelli” e ha presentato una fotografia quasi al limite del paradosso dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle e che ha radicalmente cambiato le abitudini di vita edi consumodi tutti noi. I bur- rascosi mesi passati sono stati per esempio utili a scoprire, tra poche fake news e molte certezze, che la carbonaracon lapannaèdabandire daogni tavolaeche lapizzahawaia- na (quellacon l’ananas) ècosadacui scappare. Indicazione formale per quei ristoranti che osano in modo incoscienteechenonsi sonoaccorti che il cibonon èpiù soloconvivialità ma espressione di radici, rispetto, cultura, tradizioni. Faranno faticagli IN TAVOLA che un’esigenza, di conseguenza, i consumatori vorranno più servizi e coccole. L’atmosferaconta, oggi piùchemai. IL CLIENTE VUOLE RIPERCORRERE L’UNICITÀ DEL RISTORATORE Lo segue sui social, frequenta il suo locale, locelebra, cercadi emularne le gesta. Lo si è notato anche attra- verso i programmi televisivi. Il risto- ratore, con l’aiuto del proprio chef, deve immedesimarsi nel cliente e anticiparlo con offerte interessanti. Lo abbiamo già detto, ma è bene in- sistere su questo concetto. Il mood oggi è la qualità, soprattutto in fatto di alimentazione. I punti fondamentali su cui lavorare
" Offrire alimenti salutari Consumatori di tutto il mondo sono sempre più interessati ad ingredienti multivitaminici per fortificare l’immunità dal virus. Dopo aver constatato un calo di decessi attraverso un trattamento con vitamina D, è possibile pensare anche di fare leva sull’impiego di ingredienti come i pesci grassi (sgombro, aringa, tonno, carpa, anguilla, pesce gatto e salmone) ma anche ostriche e gamberi, formaggi, burro, tuorli d’uovo, funghi e fegato. Potremmo metterli nella voce benessere del menù, se supportati seriamente da medici e nutrizionisti.
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