Qualitaly_122

23 APR. MAG. 2021 che mio fratello facevamo un lavoro che ci portava sempre in giro per l’Ita- lia. Veniamo a sapere che vendevano il ‘vecchio’ bar di Orbassano… detto fatto. Abbiamo acquistato questo bar eloabbiamogestitoassiemedal2008 al 2010. Si trattava di un bar tavola calda che aveva anche una cucina di cui mi occupavo in parte io assieme a una cuoca. Nel 2010, per una serie di incomprensioni conmio fratello, mi ritrovo a dover ricominciare da zero. Assieme al mio compagno Mimmo Marotta (che lavorava con noi al bar) decidiamo di cambiare zona. Ci viene proposto di prendere in gestione un ristorante (stagionale) a Dolcedo, un paesino vicino Imperia. Il ristorante era molto bello: un vecchio frantoio in pietra molto suggestivo con un bel terrazzo esterno che dava sul fiume. Un posto frequentato da turisti tede- schierussi.Finitalastagione,cisiamo messiacercareunnuovolocale(vicino Torino) da prendere in gestione e ci siamo imbattuti nel ‘nostro’ castello. All’inizio, non ero tanto convinta. Ma poiilmiocompagnomihapersuasae, nel2012,abbiamoacquistatoilBistrot del Castello. E ti sei scoperta amante dei for- nelli… Quandoavevamo ingestione il risto- rante di Imperia, ‘Anima golosa’, lo chef che avevamo assunto ha tirato fuori le mie capacità culinarie. Ho sempre amato stare dietro ai fornel- li, ma farlo in un ristorante per me era tabù. Mi spaventava tantissimo il fatto di dover preparare per più persone alla volta. Claudio (lo chef) è stato il mio maestro, la mia scuola. Nel giro di pochissimo tempo mi ha insegnato a organizzare la cucina e ad avere fiducia in me. E sono an- data avanti in questo modo facendo poi di testa mia, tirando fuori piatti e abbinamenti. La linea iniziale è stata impostata da te. Oggi c’è uno chef che ge- stisce la cucina… Quando abbiamo rilevato il ‘Bistrot del Castello’ abbiamo cambiato tutto: arredo, colori delle pareti… Abbiamo cercato di renderlo acco- gliente e raffinato ma alla portata di tutti. I clienti quandoentranodevono trovarsi a proprio agio. Chiaramente i primi tempi sono sempre stata io in cucina e, ancora adesso, sono mol- to presente. Nel 2018 è arrivato un giovane chef ad affiancarmi, Alessio Pezzilli, che aveva fatto esperienze in ristoranti stellati. Lavorava già in un ristorantedella nostra zona; gli ho fatto lapropostaesonobencontenta di averlo con noi perché oggi lui è uno di famiglia. Studiamo assieme i menù, lui è molto autonomo ma sempre con la mia supervisione. Io ho bisogno di avere del tempo per occuparmi anchedegli acquisti, star a 6 anni ero già dietro al banco di frutta e verdura. Dopo gli studi, a 14 anni, ho cominciato ufficialmente a lavorare con mio padre assieme a mio fratello, poco più grande di me. Ho avuto la fortuna di nascere e vi- vere in quell’ambiente. Oggi, grazie a quell’esperienza, sono in grado di riconoscere un prodotto buono, fresco, da uno da evitare. Nonhaifattosubitolaristoratrice… In realtà no. Verso i diciott’anni ho ini- ziatoa lavorareper contomio inunbar di Rivoli (dove attualmente abbiamo il nostroristorante).L’esperienzadelbar è stata molto importante ai fini della mia attività. Lì ho imparato un con- cetto molto importante da applicare in questo mestiere: essere sempre disponibili verso la clientela, saperli coccolare assecondando le loro ri- chieste. Dopo l’esperienza al bar ho fatto un po’ di tutto: organizzato sfi- late di moda, ho avuto un negozio di abbigliamento, ho fatto per nove anni l’autistaperun’aziendaditrasportiela rappresentanteperunmobilificio.Infi- ne,sonoapprodatain‘Carpisa’(brand famoso in ambito pelletteria) dove mi hanno dato da gestire 13 negozi per quasi tre anni. È stata una bellissima esperienza, ma a un certo punto ho sentito l’esigenza di fermarmi. Sia io Il piatto forte del locale: il polpo rosticciato proposto sempre con abbinamenti e condimenti diversi. Un polpo di una bontà e morbidezza fantastica.

RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz