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19 GIU. LUG. 2021 livello psicologico in quanto i locali sono uno dei simboli di socialità per eccellenza”. La politica di spostare l’attività all’esterno è stata sposata dalle amministrazioni locali le quali, inmanierasensibile, si sonoprestate per questa ‘nuova visione’ della ri- storazione. “Ci sono stati dei criteri specifici per ogni realtà – continua Cursano – Per esempio, a chi aveva già un dehor, è stata data l’oppor- tunità di occupare un ulteriore 30% gratuitamente, integrando così la concessione, ovviamente senza dare problemi alla viabilità e ai pas- saggi pedonali. La confusione si è presentata con chi, pur non avendo autorizzazioni perché al limite delle normedi sicurezza, hapotutougual- mente richiedere le concessioni (in formaeccezionaleeconunmaggiore occhio di riguardo), magari presen- tando piccoli progetti e piani di al- lestimento. È chiaro che in tanti se nesianoapprofittati,mettendo tavoli e sedie ovunque, impedendo gli ac- cessi e creando diverse difficoltà ai pedoni e alla normale viabilità”. Stando sempre alle dichiarazioni di Cursano, tutto ciò ha in parte pena- lizzato coloro che hanno ottenuto le concessioni nel rispettodelle regole, creando un discredito complessivo: “Se fino al 1 di giugno c’è stata una certa tolleranza, ora la voglia e la necessità di far rispettare quanto stabilito è molto forte. Infatti, anche aFirenze, i controlli si sono fatti rigidi, dando il via a diverse ammonizioni”. Il tema vero, però, è capire cosa suc- cederà il prossimo anno poiché in parecchi hanno trovato beneficio da questi spazi e tanti chiederanno la possibilità di tenerli in maniera per- manente, cercando di far conciliare tutte le esigenze e senza tralasciare l’evolversi dell’emergenza sanitaria. Oltreaquestoaspettofondamentale, città come Milano e Firenze la situa- zione si èdimostratapiù complessa, in primis per l’affacciarsi su marcia- piedi, parcheggi e strade di tavoli, ombrelloni e sedute, tutto ciò grazie all’azzeramentodellaCosap, la tassa di occupazionedel suolopubblico, e alla facilitazione delle procedure per avere l’autorizzazione. Il dibattito, pe- rò, resta aperto perché se da un lato c’è chi evidenzia le problematiche che possono emergere dal ‘pacifico ingombro’ dei tavoli, dall’altro lato c’è chi non li identifica come ‘inva- sione’ del suolo pubblico, ma come inevitabile enaturale trasformazione logistica scaturita dal Covid-19. I numeri sull’argomento (presentati dalle maggiori categorie di settore) sono significativi visto che si parla di circa 180mila tavoli per un totale di quasi 750milametri quadrati, 40mila dei quali solo nella città di Milano. I nuovi dehors, spazi esterni, alle- stimenti e gazebi autorizzati hanno avuto un’impennata notevole anche a Roma e Napoli, rispettivamente +65milametri quadri e+38milametri quadrati. LUCI E OMBRE SUI DEHORS Illustra il contesto, dandounavisione d’insieme, AldoCursano, presidente dellaConfcommerciodellaprovincia di Firenze e titolare di alcuni storici locali nel capoluogo toscano e pro- vincia. “Il via delle attività, almeno all’aperto, è stato un segnale molto importante, siaper incentivareunmi- nimo di ripartenza economica sia a Per Aldo Cursano, presidente della Confcommercio della provincia di Firenze e titolare di alcuni locali di Firenze e provincia quali Kome, Caffè Le Rose e Oh Sushi, i tavoli allestiti all’aperto sono un ottimo supporto al locale, ma sempre nel rispetto delle regole.

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