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31 GIU. LUG. 2021 intervenire installando dei sistemi di depurazione. “In commercio sono disponibili puri- ficatori che, oltre ai filtri di vario tipo, consentono la ionizzazione dell’aria, cioè la distruzione di germi e virus at- traversol’immissionedimolecolespe- cifiche – conclude Vio - La lampada Uv, diversamente dagli altri filtri, ucci- de rapidamente sia batteri che virus, irradiandoli con la sua luce, per alcuni secondi,cosapossibilesoloinpresen- za di canali sufficientemente lunghi. In alternativa si possono usare gli Upper room, lampadegià inusonei Paesi del terzomondo e in alcuni ospedali degli USA, che emettono raggi Uvc a 250 nanometridilunghezzad’ondainpros- simitàdelsoffitto,dovel’ariaèinquiete, per contrastare sia virus che batteri. Unasoluzioneefficacepercombattere i virus e i batteri ma non per migliorare la qualità dell’aria. Risultato che si può ottenere solo realizzando un impianto ad hoc che immetta aria di rinnovo, utilizzando, ovviamente, apparecchi conformi al volume degli ambienti e che frequentemente venga verificata l’efficienza dei filtri utilizzati. dall’atmosfera. La soluzione ideale è ricorrere a un sistema di trattamento filtrante dell’aria”. Il rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità suggerisce l’utilizzo di sistemi di purificazione e sanifica- zione dell’aria. Il rapporto, inoltre, precisa che la sola ventilazione non abbassa il rischio di trasmissione del virus,soprattuttonegliambientimolto affollati, dove le persone stazionano per diverso tempo, come accade, per esempio, nelle aule scolastiche o nei ristoranti. Gli impianti pertanto hanno un ruolo importante per contrastare il con- tagio da virus. Tutto dipende dal numero delle volte in cui avviene il ricambiodell’arianell’ambientedove vi si sosta e il tempo di permanenza del virus nello spazio. Ecco perché il rischio di contagio è maggiore in un ristorante piuttosto che in un su- permercato dove il tempo medio di sosta è di circa mezz’ora. Per cui per ridurre al minimo il rischio di contagio in un locale si consiglia di cambiare l’aria almeno 4 volte l’ora. Se ciò non fosse possibile, occorre getto non vaccinato o auto immune con una probabilità pari al 63%’. Una persona seduta, in silenzio, rilascia intorno a 0,5 cariche virali l’ora; se parla a voce normale, per esempio nel suo ufficio, rilascia 10 cariche virali, se invece parla ad alta voce, come accade nei bar e nei ristoranti, può rilasciare dalle 60 alle 100 cari- che virali. Uno studio eseguito negli Stati Uniti all’iniziodella pandemia ha rilevato che un corista durante la sua esibizione ha rilasciato tra le 400 e le 500 cariche virali l’ora”. Un esperimento che conferma che il comportamento individuale, come il tono di voce, è assolutamente fon- damentale per ridurre o aumentare il contagio. Non bisogna trascurare la contrazio- ne delle cariche virali all’interno degli ambienti, per cui, a parità di perso- ne infette, è fondamentale anche il volume dell’ambiente: più grande è l’ambiente più basso è il rischio di contagio. LA TECNOLOGIA AIUTA Nell’ultimo ventennio la tecnologia è riuscita a misurare la fuoriuscita di ogni ‘atto umano’: dal parlato all’atti- vità fisica di tutte le particelle, anche quellepiùsottili,l’aerosol,cherestano nell’aria e che non hanno una traiet- toria di tipo balistico come il droplet. “L’aerosol legatosoprattuttoal nostro attorespiratorio,restandonell’aria,sa- tura l’ambiente – continua Vio - quindi occorre intervenire sulle particelle in circolo in due modi: aumentando la ventilazioneconariaesternaofiltrando l’aria all’interno dell’ambiente. La dif- fusione aerea del virus è controllata attraverso la diluizione o la rimozio- ne dell’agente infettivo dal volume dell’aria dell’ambiente condiviso. Per ridurre al minimo la carica virale in circolo e abbassare la probabilità di contagio è indispensabile una cor- retta ventilazione degli ambienti, ma questanonèsempresufficiente, per- ciò in alcune situazioni è necessario interveniremeccanicamenteochimi- camenteperrimuoverelacaricavirale

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