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2 7 MAGAZINE O ttobre/Novembre 202 2 eccezioni , in Puglia il 35% dei vigne ti è irrigato, la viticultura italiana è tipicamente in asciutto. Ci manca una cultura dell’irrigazione. Si pongono delle proble- matiche da risolvere. In che modo? Selezionando opportunamente i portinnesti. La ricerca sembra però avere abbandonato gli argomenti delle tecniche culturali classiche a favore della sostenibi- lità. Molto rimane da fare per trovare altri por tinnesti resistenti ai fattori di stress abiotici. Ma di quanta acqua ha bisogno un vigneto? Per produrre un chilo d’uva in vigneto ser vono circa 70-90 litri di acqua. Saliamo poi a 220-250 litri d’acqua per un litro di vino. La filiera di cantina è dispendiosa. Se mancasse l’acqua? È legale irrigare i vigne ti. L’acqua , se usata bene e al momento giusto, è un enorme fattore di qualità. Non solo di quantità. E ’ un dogma fondamentalmente sbagliato credere che lo stress idrico faccia sempre bene alla qualità dell’uva . Gli effetti benefici dell’irrigazione dipendono infatti dalle fasi fenologiche della vite. Ecco il punto. Se parliamo di esigenze irrigue si devo- no considerare quattro elementi: se, quando, quanto e come. Si deve prima capire se lo stress idrico ci sarà. Poi si decide quando e quanta acqua dare . Il come fa la differenza. Devo temere anche uno stress idrico invernale? Nella s tagione 202 2 è s tato proprio così. L’ inverno 202 1 è stato molto mite e secco. Al germogliamento de l la v i t e , ne l la t e r za decade d i ma r zo, l e r i se r ve d ’acqua del terreno erano al 60% della capacità di stoccaggio. La stagione è iniziata con una condizione di pre-stress . Stress che è continuato nel 2022. Si , nella vite il ciclo della gemma è biennale. Il primo anno si ha l’induzione a fiore per il secondo anno. Se lo stress arriva quando la vite sta decidendo il destino della gemma l’annata successiva avrà una produzione scarsa e non necessariamente di alta qualità. Imporre o pensare che ci sia una relazione lineare tra qualità e produzione è un errore macroscopico. Stefano Poni , Professore del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza

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