QUALITALY_131
28 MAGAZINE FOCUS ON I sistemi di allevamento possono mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici? I francesi si stanno interrogando su uno dei principi più sacri della viticultura transalpina , l ’alberello ad altissima densità. Hanno deciso che questa forma di allevamento consuma troppa acqua e stanno tornando ad una minore densità di impianto. Temo che la viticultura italiana sia molto legata alla tradizione. Dobbiamo bilanciare tradizione e innovazione senza dimenticare che le forme di allevamento in Italia sono più di quaranta. La variabilità pedoclimatica di un paese lungo. Siamo un paese vario, la storia ce lo insegna: molta fantasia, molta più che in Francia. Il riscaldamento globale cambierà la geografia e la storia dei vini? Fino a venti anni fa era impensabile per la Germania fare un Merlot di qualità. Ora non più. Inghilterra e altri Paesi del Nord Europa si avviano alla viticoltura. I cambiamenti climatici por tano però alla valoriz za- zione di aree in passato meno vocate alla viticultura. I colli piacentini ci insegnano anche questo: si sale con l’impianto dei vigneti. Accetteremo mai un vino prodotto in un paese privo di tradizione? La risposta agli psicologi che studiano i consumi. In re- altà dovremmo essere più preoccupati per alcuni nostri vini rossi che iniziano a risentire sensorialmente di un prodotto fatto in un ambiente eccessivamente caldo. Dobbiamo quindi rassegnarci al cambiamento di un ‘grande vino’ a causa dei mutamenti climatici? Credo proprio di sì. Il cambiamento dipende molto dal- la tipologia merceologica. Un vino come il Tavernello, prodotto da una grande società cooperativa che ritira uve da un territorio vasto, può giocare con i blend e mantenere una qualità sensoriale più o meno invariata. Grandi vini molto territoriali hanno maggiori difficoltà in questo senso ma lasciamo la parola agli enologi. Cosa possiamo fare? Mantenere l’acidità di un bianco diventa un problema di difficile soluzione. Localmente però abbiamo delle possibilità. L’Or trugo, un vitigno bianco piacentino, perde gran par te dell’acido malico quando fa caldo. Da una collezione storica di germoplasmi abbiamo selezionato dei vitigni bianchi simili all’Or trugo capa- ci di mantenere un’acidità media. La denominazione Or trugo consente l’aggiunta di altri vitigni fino al 10%. Un aiuto dalla flessibilità dei disciplinari. Si. Ma ci può aiutare anche il mesoclima. Una regola aurea della viticultura faceva orientare il vigneto a sud. Ora non più: si rischia di bruciare i grappoli. Siamo
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