QUALITALY 140

37 MAGAZINE G iugno/Luglio 2024 è piccola, papà tenderebbe a prendere il sopravvento. Però è stato bravo perché dopo il mio passaggio a Vico Equense da Gennaro Esposito ero in cucina al Signum come capo par tita ai primi e mi osser vava cucinare da lontano facendo f inta di nulla. Quando capì che ero pronta mi lasciò il timone e mi disse: ‘’ Vai’’. Non tutti i genitori danno questa fiducia. Parlami di tuo padre ... Mio padre era un impiegato comunale che si è trovato a gestire la cucina di un ristorante senza una forma- zione specif ica quando decise di aprire il Signum. Cucinava piatti della tradizione domestica: pasta coi capperi , pesce fritto con la menta, scor fano a ghiot- ta , polpette di melanzana. Malfa e il mare lo hanno aiutato perché le materie prime erano di qualità. Ma devo riconoscergli una mano naturalmente capace di rispettare le materie prime anche in cottura. C ’era verità nella sua cucina, abilità di scouting con i for- nitori locali e tanta cura per gli ospiti. Cosa ti porti a casa dalle varie esperienze lontano da Salina e cosa ti ritrovi già in famiglia? Tu t te le esperienze fat te f uori da Salina mi hanno fatto crescere come donna e come chef. Ho acquisi- to tecnica e velocità di esecuzione . Tutto ciò che è continente si scontra inevitabilmente con lo spazio e il tempo dell’isola. Inutile opporsi all’isola se si vuole vivere a Salina. Qual è la tua idea di cucina? La mia è una cucina apparentemente semplice, legge- ra e creativa, identitaria. Valoriz za il territorio e le sue tradizioni. Mi piace viaggiare , apprendere tecniche . Può capitare di contaminare un piatto. Gioco con la dualità solido – liquido, con il contrasto tra acidità e piccantez za, con gli opposti del caldo e del freddo. Hai dei piatti a cui sei affezionata? Ti cito la bagnacauda con i ricci di mare , la spatola panata con crema di mandorle e leche de tigre , le linguine al latte di mandorle e vongole , la triglia in salsa al cacciucco, il gelato al cappero e la zuppa di latte cioccolato caffè e carrube. Chi entra al Signum cosa pensi possa trovare? Il Signum è un pensiero di famiglia. Nessun architetto ci ha messo mano. E ’ un mix tra natura e casa. Quan- do mia madre vede un negozio di antiquariato non compera una cosa per sé ma per il Signum. Questo ti dice quanto il Signum sia casa. Quanto l’isola ti caratterizza emotivamente e quanto regola il tuo modo di pensare? Se nasci sull ’isola cresci prima , f in dalle scuole su- periori che sono a Lipari o a Milaz zo e non sull’isola dove risiedi: autobus , aliscafo, condizioni del mare . Io stessa per fare l’Alberghiero sono andata a vivere a Cefalù a sedici anni , da sola. L’isola ti dà la capacità di capire meglio cos’è essenziale e cos’è superfluo. Assolutamente. Dall’uso dell’acqua. Anche se la nave cisterna arriva. Lo dico sempre ai ragazzi della brigata: Credits: Giò Martorana Credits: Giò Martorana

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