QUALITALY 140
4 7 MAGAZINE G iugno/Luglio 2024 Bisaccia Dop ; la Scamor za di Bojano Dop ; la Stracciata di Agnone ; il Pane di Longano e/o il Pane d Venafro Igp ; il Brodetto alla termolese di Tornola Igp; la Salsic- cia di Pietracatella ; il Fagiolo bianco di Acquaviva di Isernia Dop ; la Signora di Conca Casale Dop ; la Capra di Montef alcone ; le Ostie di Agnone ; i Torcinelli del Molise ; la Moz zarella STG . L’entroterra molisano: un dedalo di scoperte È un vero e proprio bio rifugio grazie alla eterogeneità del territorio che spazia dalle alte quote appenniniche dal clima continentale, alle zone marine mediterranee le cui distanze sono percorribili in un'ora circa. Terra adatta per produrre grani e vitigni autoctoni an- tichi: tra quelli che meritano menzione c’è il Senatore Cappelli , Saragolla , Gentil Rosso, Solina e Agostinello ; tra i vitigni invece spicca il Tintilia . I cerea l i d i ques t a zona posseggono una p i cco la quantità di glutine , sono molto digeribili. Le specie indigene sono più resistenti e non necessitano si so- stanze chimiche per la produzione. Per questo sono naturalmente biologiche e più sane. Terra di grani, quindi, terra di pasta e di pane: il Molise vanta un’antica tradizione nella panificazione, proprio come Puglia e Campania. Tra i tanti pani tradizionali si disgiunge il Parroz zo o Pan Roz zo Molisano , un prodotto semplice prepa- rato con ingredienti poveri come la patata e il mais o il granturco agostiniello , coltivato nei campi della regione. Si tratta di una pannocchia con otto file di chicchi che nel dialetto del luogo chiamano granedinje (grano d’In- dia), cioè grano che viene dal Nuovo Mondo. Con la stessa farina le massaie preparano la piz z ‘e granedinje , una schiacciata senza lievito, impastata con farina di granturco acqua e sale. Questa ricetta viene realizzata sulla pietra rovente del camino, sotto la coppa o sesto , una sorta di coperchio alto che viene cosparso di brace, formando al suo interno la camera di cottura. Pasta&co. I formati di pasta sono diversi , alcuni dei quali somi- glianti a quelli delle regioni limitrofe come i quadrucci, le sagne e i fusilli. La pasta più rappresentativa è la Cazzarille , chiamata anche ciufele o cavatielle ‘ncatenate , ovvero i cavatelli , pasta di semola di grano duro e acqua dalla forma allungata . Le sue origini risalgono ai tempi in cui regnava Federico II. La Costa dei Trabocchi Il litorale adriatico che collega Vasto con Fran- cavilla al Mare è no to anche come la Costa dei Trabocchi. I trabucchi o trabocchi sono delle co- struzioni per la pesca realiz zate su ardite palafitte che si protendono sul mare. Un esile ponte collega queste “macchine da pesca” con la terraferma. Un intreccio di pali sostiene un capanno sul mare da dove viene governata , tramite un rudimentale ma efficace sistema di pali e tiranti, la rete per la pesca. Il trabucco è posizionato là dove il mare presenta una profondità di almeno 6 metri , ed è eretto a ri- dosso di punte rocciose orientate in genere verso sud- est o nord- ovest , in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti. La rete viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani e tirata su per recuperare il pescato. Felice Ma- rinucci fu tra i primi termolesi a realiz zarne uno, verso la metà dell ’Ottocento. Oggi , sulla costa di Termoli , a ricordare questa antica tradizione , ne rimangono soltanto due: il trabucco Marinucci e il trabucco Celestino, veri simboli della città.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy Mzg4NjYz