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58

mixer

settembre 2015

ristorazione

Free from

Sono poco più di un migliaio in Italia i

locali che possono servire alimenti ai

celiaci in tutta sicurezza. Un numero

irrisorio rispetto alle persone

affette da intolleranza, costrette a

cercare informazioni da sole e spesso

scoraggiate all’idea di essere ghettizzate

Di Valeria Volponi @valeriavolponi

I

n It a l i a sono in media 85 mila le diagnosi di intol-

leranza al glutine emesse ogni anno. E ci sono circa

500 mila persone affette da celiachia, del tutto incon-

sapevoli di esserlo. Numeri a cui ne fa da contraltare

un altro, ancora più significativo: nel nostro Paese,

sono poco più di un migliaio le strutture di ristorazione

che possono ospitare celiaci in sicurezza.

Per un celiaco è complesso districarsi tra le “promesse”

di bar e ristoranti, a cui spesso non è del tutto chiaro

il significato di “gluten free”: si va bene al di là, infatti,

del servire specialità prive del componente incrimina-

to, certificate da enti specializzati dopo aver verifica-

to l’integrità anche degli stabilimenti di produzione.

Fondamentale è che nell’atto della trasformazione, in

locali deputati a somministrare alimenti generici, non

avvengano contaminazioni in grado di danneggiare for-

temente il soggetto celiaco.

È nato così il progetto

Alimentazione Fuori Casa, for-

temente voluto dall’Associazione Italiana Celiachia

,

con l’obiettivo di creare una catena di esercizi informati

sul tema, in grado di fornire un servizio idoneo alle

esigenze alimentari dei celiaci. Dedicato principalmente

a bar e ristoranti, nel tempo è arrivato a ricomprendere

anche fornitori di catering e sale ricevimenti, offrendo

così una tutela completa. “Essere un esercizio aderente

all’AFC significa avere partecipato a un corso su celia-

chia e dieta gluten-free organizzato dalle AIC Locali,

dalle ASL o da enti che collaborano con AIC, seguire

tutte le regole fornite da AIC per la preparazione e

somministrazione degli alimenti gluten-free per evitare

i rischi di contaminazione e naturalmente utilizzare solo

ingredienti gluten-free”, spiegano i fondatori dell’AIC.

Che hanno anche fissato una serie di partnership con

nomi di primo piano del settore, tra cui spicca quello di

Grom

: “Abbracciare un target il più ampio possibile è

fondamentale, ed è per questo che, sia nello store, sia sul

nostro sito, aggiorniamo periodicamente le informazioni

su intolleranze e alimenti compatibili. Per i celiaci, in

particolare, abbiamo eliminato la farina di frumento dai

gusti Crema di Grom e Tiramisù, e stiamo lavorando alla

creazione di un cono con farina di mais, per liberarli dal

vincolo di gustare solo il gelato in coppetta”, raccontano

a Mixer dal dipartimento comunicazione.

ma l’offerta È ancora limitata

Nel migliaio di locali che servono specialità senza glutine,

rientrano quelli specializzati, come i

DS Pizza Point

,

pizzerie e ristoranti presenti sull’intero territorio italiano

che offrono ai propri clienti primi, dessert e pizze senza

glutine. Il servizio è garantito e controllato dalla divi-

sione Foodservice,

un reparto del gruppo Dr. Schär

appositamente creato per il canale gastronomico

che mette a disposizione di questi locali uno speciale

equipaggiamento per le cucine, ingredienti e prodotti

senza glutine, fornendo inoltre la formazione necessaria

ai gestori in modo tale che siano in grado di preparare

inmodo corretto e in sicurezza le pietanze senza glutine.

AMilano ricordiamo la

Glufree Bakery

, una panetteria/

Gluten free,

un percorso

a ostacoli