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mixer
settembre 2015
ristorazione
Free from
Sono poco più di un migliaio in Italia i
locali che possono servire alimenti ai
celiaci in tutta sicurezza. Un numero
irrisorio rispetto alle persone
affette da intolleranza, costrette a
cercare informazioni da sole e spesso
scoraggiate all’idea di essere ghettizzate
Di Valeria Volponi @valeriavolponi
I
n It a l i a sono in media 85 mila le diagnosi di intol-
leranza al glutine emesse ogni anno. E ci sono circa
500 mila persone affette da celiachia, del tutto incon-
sapevoli di esserlo. Numeri a cui ne fa da contraltare
un altro, ancora più significativo: nel nostro Paese,
sono poco più di un migliaio le strutture di ristorazione
che possono ospitare celiaci in sicurezza.
Per un celiaco è complesso districarsi tra le “promesse”
di bar e ristoranti, a cui spesso non è del tutto chiaro
il significato di “gluten free”: si va bene al di là, infatti,
del servire specialità prive del componente incrimina-
to, certificate da enti specializzati dopo aver verifica-
to l’integrità anche degli stabilimenti di produzione.
Fondamentale è che nell’atto della trasformazione, in
locali deputati a somministrare alimenti generici, non
avvengano contaminazioni in grado di danneggiare for-
temente il soggetto celiaco.
È nato così il progetto
Alimentazione Fuori Casa, for-
temente voluto dall’Associazione Italiana Celiachia
,
con l’obiettivo di creare una catena di esercizi informati
sul tema, in grado di fornire un servizio idoneo alle
esigenze alimentari dei celiaci. Dedicato principalmente
a bar e ristoranti, nel tempo è arrivato a ricomprendere
anche fornitori di catering e sale ricevimenti, offrendo
così una tutela completa. “Essere un esercizio aderente
all’AFC significa avere partecipato a un corso su celia-
chia e dieta gluten-free organizzato dalle AIC Locali,
dalle ASL o da enti che collaborano con AIC, seguire
tutte le regole fornite da AIC per la preparazione e
somministrazione degli alimenti gluten-free per evitare
i rischi di contaminazione e naturalmente utilizzare solo
ingredienti gluten-free”, spiegano i fondatori dell’AIC.
Che hanno anche fissato una serie di partnership con
nomi di primo piano del settore, tra cui spicca quello di
Grom
: “Abbracciare un target il più ampio possibile è
fondamentale, ed è per questo che, sia nello store, sia sul
nostro sito, aggiorniamo periodicamente le informazioni
su intolleranze e alimenti compatibili. Per i celiaci, in
particolare, abbiamo eliminato la farina di frumento dai
gusti Crema di Grom e Tiramisù, e stiamo lavorando alla
creazione di un cono con farina di mais, per liberarli dal
vincolo di gustare solo il gelato in coppetta”, raccontano
a Mixer dal dipartimento comunicazione.
ma l’offerta È ancora limitata
Nel migliaio di locali che servono specialità senza glutine,
rientrano quelli specializzati, come i
DS Pizza Point
,
pizzerie e ristoranti presenti sull’intero territorio italiano
che offrono ai propri clienti primi, dessert e pizze senza
glutine. Il servizio è garantito e controllato dalla divi-
sione Foodservice,
un reparto del gruppo Dr. Schär
appositamente creato per il canale gastronomico
che mette a disposizione di questi locali uno speciale
equipaggiamento per le cucine, ingredienti e prodotti
senza glutine, fornendo inoltre la formazione necessaria
ai gestori in modo tale che siano in grado di preparare
inmodo corretto e in sicurezza le pietanze senza glutine.
AMilano ricordiamo la
Glufree Bakery
, una panetteria/
Gluten free,
un percorso
a ostacoli