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mixer

settembre 2015

Consigli per animare le serate più “stanche”?

«Tra le iniziative di successo, ha funzionato benissimo

l’idea di mettere un tavolo in cucina per quattro-otto

commensali. Al cliente piace la possibilità di dialogare

“in diretta” con chi lavora in cucina in un clima di con-

vivialità. La verità? Per noi operatori a volte è un po’

faticoso, ma la soddisfazione della clientela stempera

il disagio. Al contrario, sono rimasto un po’ deluso dal

tiepido riscontro ottenuto dalle cene chic organizzate

a quattro mani con chef rinomati. Ho capito che a Mi-

lano non è più tempo di menu fisso: il cliente desidera

scegliere le pietanze e rifugge le imposizioni».

Veniamo agli ingredienti: tendenze in corso?

«Credo che ognuno debba seguire il proprio percorso.

Nella cucina internazionale, per esempio, vanno di mo-

da ingredienti come la carne di cobra, di coccodrillo e

di balena. Prodotti che non appartengono alla cultura

italiana e che io non utilizzerò mai: trovo più interes-

sante la riscoperta dei vecchi sapori dimenticati, usando

prodotti made in Italy».

Oggi il cliente di un ristorante di alta cucina vuole...?

«Sostanza e gusto. È tramontata l’epoca degli abbina-

menti azzardati come tonno e cacao. Oggi il cliente

desidera materie prime di qualità, valorizzate con

preparazioni leggere, che sappiano esaltare il gusto

dei prodotti. Tenete presente che il piatto più venduto

all’Unico Restaurant è il risotto alla parmigiana... Il

mio suggerimento? Studiate le tecniche per esaltare

i prodotti nel migliore dei modi!».

Come si fa a calcolare il prezzo di vendita di unpiatto?

«Dipende da diverse variabili: occorre calcolare il tempo

di preparazione, i costi delle materie prime e quelli ge-

stionali per determinare un prezzo comprensivo anche

di un margine di guadagno, perché il ristorante non

è una Onlus, ma un’azienda. Ovviamente le variabili

cambiano a seconda di città e regione: se l’affitto di

un ristorante a Milano si aggira sui 30-40 mila euro al

mese, a Palermo non arriva a 10 mila. Ecco perchè gli

spaghetti ai frutti di mare costano 25 euro a Milano e

12 a Palermo».

ristorazione

Felice Lo Basso