nazione, la classifica può essere veritiera.
Queste sono tutte ricette diventate popolari, sia da con-
sumarsi al ristorante o al bar, sia da proporre nei party
a casa”. Corunto è spiazzato da questa lista di favolosi
dieci: “Mi lascia un po’ perplesso, non ritrovo le stesse
richieste nella mia clientela. Non faccio un mimosa da
almeno dieci anni”. Pastori aggiunge il proprio pensiero:
“Sicuramente, togliendo la Sangria e il Mimosa, questa
classifica rispecchia le richieste dei nostri ospiti. La
tequila poi sta vivendo un nuovo momento e non mi
stupisce vederla così in alto”.
TREND A CONFRONTO
Intanto, i media generalisti, in attesa che lo faccia in
modo approfondito anche la tivù, si occupano sempre
più di cocktail e mixology. Borreani e Baccino credo-
no che, essendoci oggi una libera informazione, “si
possano certamente riportare dati recuperati sul web,
dal motore di ricerca più utilizzato dagli utenti. Magari
sarebbe meglio specificare che quei dati sono riferiti
a tale nazione e non globali. E che probabilmente non
rispecchiano ciò che succede da noi: il copia-e-incolla
di nozioni e dati purtroppo crea... mostri e discrepanze
anche nel nostro settore. Penso che sarebbe meglio
lasciare le considerazioni finali o specifiche sull’ar-
gomento miscelazione a chi tutti i giorni si occupa di
ciò”. Corunto dice che parlare di mixology è giusto: “Se
fatto in maniera corretta, può aiutare tutto il mercato.
È arrivato il momento di far comprendere alle persone
che per fare il barista-bartender ci vuole preparazione,
dedizione, passione, formazione e studio”.
Dati del 2014 oggi potrebbero spiazzare se non con-
Bartender
MIXOLOGY
LA CONTROCLASSIFICA
di Mattia Corunto
1. Aperol Spritz
“Vince su tutti, è inutile
combattere. Ne sono
contento, è un drink
italiano e sta andando
bene anche all’estero. Viva
l’Italia”.
2. Long Island Iced Tea
“Dopo tanti anni è ormai
super radicato. Ancora
aiuta tanti locali a fare il
‘cassetto’”.
3. Americano
“È il mio preferito. Ne
facciamo 4-5 diversi e la
nostra clientela apprezza
molto”.
4. Gin Tonic
“Il gin tonic è tornato
e ormai non è più una
novità. Sono anni che
seguo un progetto nel
campo dei profumi
alimentari quindi qui mi
diverto un sacco”.
5. Moscow Mule
“Ormai è un classico
milanese. I clienti ci sono
rimasti male quando gli
ho spiegato che il cetriolo
non ci va. Piano piano
sono riusciti a superare
questo shock. Ora lo
bevono nella maniera
corretta”.
6. Mojito
“Piano piano, tutti iniziano
a farlo con il succo
e non pestato. Viva i
professionisti”.
7. Sex on the beach
“Sono sincero, faccio fatica
a seguire la lista”.
8. Margarita
“No comment. Tanti
ricordi. È una bomba”.
9. Vodka sour al passion
fruit
“Il pubblico femminile
tiene vivo questo drink.
Ricordando anni passati
dove era il protagonista
delle notti milanesi”.
10. Cuba libre
“Irriducibile, resiste come
un gladiatore”.
Mattia Corunto
è trainer presso
Campari Academy,
collabora con vari locali
e master trainer del
network Planet One,
punto di riferimento per
la formazione bartender
di tutte le sedi del
popolare marchio.
Mattia Pastori
è oggi bar manager
del nuovissimo bistrot
bar del Mandarin
Oriental Milano e autore
del blog “Non Solo
Cocktail” specializzato in
miscelazione.
76
Mixer
SETTEMBRE 2015