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mixer

settembre 2015

fondere le idee, per l’inseparabile coppia formata da

Borreani e Baccino. “Possiamo evitare considerazioni

numeriche basate solo su classifiche e aprirci a un pen-

siero più concreto analizzando il mondo del bar (magari

in Italia): c’è sicuramente fame di sapere da parte di una

certa percentuale di bartender (che ci sembra si stia

sempre più incrementando). Rimane tuttavia il problema

della ricerca della fonte più attendibile per le risposte.

Nel vespaio del web si trovano migliaia di libri, articoli

e video. Tutto sta a verificare i dati, come deve fare un

ricercatore. Non dimentichiamoci comunque che il fat-

turato della maggior parte dei bar non si basa su ‘bijou

cocktail’, ‘Sazerac’ o altri grandi classici. Il cocktail non

è nella cultura italiana, come in quella anglosassone”.

cosa offrire ai clienti

Quanto all’attendibilità di certe classifiche figlie della

Rete, si potrebbe aprire una parentesi sin troppo lunga. E

manca anche oggettività in questi trend presi in conside-

razione dal web, per Borreani e Baccino. Che avvertono:

“Questa classifica si riferisce ai cocktail ricercati tramite

Google negli Usa non ai consumi, e non è applicabile

al mercato italiano”. Sarebbe interessante considerare

anche i dati demografici, per Pastori: “E quindi anche il

sesso di chi li ha cercati, il margine di età i paesi da cui è

stata esaminata la ricerca. In questo modo si potrebbero

trarre più conclusioni su quanto siano attendibili”. Im-

possibile allora prescindere da ricette come l’Americano,

il Negroni o lo Spritz.

E Borreani e Baccino insistono: “Tengono bene anche

gli inossidabili Martini cocktail, il daiquiri e il mojito,

il Mai tai e altre proposte Tiki. C’è anche una sorta di

Moscowmulemania, ultimamente. Volendo approfondire

i consumi all’interno dei cocktail bar italiani, pensiamo

che, oltre ai drink pre-proibizionisti e dell’epoca proibi-

zionista, si possano trovare proposte di ‘craft cocktail e

‘twist on classic’, risultati di studio e ricerca sugli ingre-

dienti e la loro storia”. E il tandem di bartender si apre

ancor di più: “In testa alla classifica noi non mettiamo

un drink, bensì una verità: la ricerca di un certo gruppo

di professionisti italiani che ogni giorno studia, si mette

in discussione e propone con grande umiltà il frutto del

loro lavoro. Nella nostra realtà quotidiana, ad esempio,

vendiamo Spritz, Negroni e varianti sul tema, ma anche

nostri cocktail ‘signature’. Le proposte variano periodi-

camente”. Bisogna avere uno specchio ampio, un largo

range di ciò che si vive nei locali. “Nel mio caso dove

sto facendo una consulenza”, sottolinea Corunto. “Non

elenco i nostri drink, in cui c’è tanta ricerca, a tergo

ripropongo una classifica pensando solo alle richieste

iniziali della mia clientela”. È una Top 5 quella invece

di Pastori, formata da Margarita, Moscow Mule, Martini,

Bloody Mary e Spritz o Mojito. “Per le richieste che ricevo

dagli ospiti, mi piacerebbe vedere dentro più cocktail

classici magari come l’old fashioned oppure drink classici

del nostro aperitivo come Negroni o Milano-Torino”.

M

Bartender

mixology

Tiziana Borreani e Paolo Baccino

sono una coppia di bartender, al banco e

nella vita; lavorano al The Balance di Savona

e hanno partecipato entrambi a numerose

competizioni di settore, fra cui Bols.