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L’autore è Consigliere dell’Istituto

Internazionale Assaggiatori

Caffè e Amministratore del

Centro Studi Assaggiatori

www.assaggiatoricaffe.org

L

a trattativa è

andatabene.Ma

sì, in fondo

il vostro interlocutore non vi ha detto

sì ma neppure no, anzi è stato molto

possibilista. è stato cortese e sorridente,

non ci sono stati momenti di tensione.

Ma non avete fatto i conti con il fatto che lui, il

vostro potenziale importatore, è… cinese. E in

quanto tale non vi dirà mai un no aperto ma

con grandi sorrisi rimarrà nel vago: il vostro

caffè non l’ha conquistato e non lo comprerà.

Situazioni come questa sono abbastanza co-

muni e derivano da una scarsa comprensione

della cultura cinese ma direi orientale più in

generale. Una volta ho conosciuto un export

manager che di giorno usciva in battuta di

caccia alla ricerca di importatori, ma la sera si

rifugiava nei ristoranti italiani di Guangzhou.

Ma come si fa a vendere caffè italiano ai cinesi

se neppure si sa esattamente cosa mangiano?

Gli export manager più di successo hanno ben

chiaro questo punto e si cimentano senza se e

senza ma in una full immersion nella cultura

locale, abbracciando gioiosamente la filosofia

di vita dei propri interlocutori.

l’ostacolo linguistico

A livello commerciale la lingua rimane natu-

ralmente un grande ostacolo in molti paesi

asiatici. Molti partono dall’Italia con l’idea

che l’inglese sia sufficiente. Poi nel mezzo

della notte si trovano a chiedere un cuscino

in più e scoprono che l’affabile addetta ai

piani parla solo coreano. Eppure è nulla ri-

spetto al giorno dopo quando si trovano in

fiera completamente impotenti. Ho visto con

i miei occhi un export manager offrire chili

di speck dell’Alto Adige a chiunque passasse

vicino al proprio stand, ma senza riuscire a

ricevere nient’altro che timidi cenni di ringra-

ziamento da parte di cortesissimi giapponesi

che non spiccicavano una parola di inglese.

Gli export manager di successo hanno invece

ben chiaro che devono prevedere il budget

per un interprete che diventerà la loro ombra

o quasi.

la filosofia orientale

Anchenoncomprenderelepreferenzesensoriali

può essere letale. Gli asiatici sono notoriamen-

te alla ricerca di bilanciamento e complessità,

è filosofia di vita. La loro cultura alimentare

riflette questa attitudine (ed è un gran punto

a favore del nostro espresso italiano, quando

sapientemente tostato e miscelato). I prodotti

estremi funzionano raramente. Tra i miei dolci

taiwanesipreferitiannoveroifenglisu,deitortini

ripieni di ananas (vedi foto sopra). Ma definirli

dolci in senso occidentale è errato: ad alcuni

deimiei conoscenti sonoquasi sembrati insipidi

e fastidiosamente pastosi. Se la percezione dei

sapori è altro rispetto alla nostra, immaginatevi

quelladegliodori.NelricettariodiItalianBarista

School abbiamounottimococktail allacannella

che sempre a Taiwan ci è stato cassato perché

ricorda… il bagnoschiuma (la cannella si usa

spesso per quei prodotti). Partire a vendere

senza fare il conto con le preferenze sensoriali

è come avere un orologio rotto al polso: segna

l’ora giusta due volte al giorno, ma non è certo

di una grande utilità.

M

Chi fosse interessato a contattare l’autore può farlo

scrivendo a:

carlo.odello@assaggiatori.com

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mixer

settembre 2015

Global Coffee

GLI ESPERTI

Fascino e insidie della

cultura orientale

CARLO ODELLO

gli export manager

di successo

sanno immergersi

nelle preferenze

sensoriali locali

di carlo odello