Lannino e Alessandro Minnone
.
Per farla breve, non esiste una regola
valida per tutti. “Dovete valutare la
posizione del buffet in base alle vo-
stre esigenze e allo spazio a disposi-
zione, ricordatevi però che è meglio
allestirlo lontano da porte e spifferi
per non raffreddare gli appetizer”, sot-
tolinea
Patrick Piazza
barman del
Nat
Cocktail Housedi Torino
che, dopoaver
sperimentato la formuladel buffet, si èpoi
orientato verso il tagliere a pagamento con
affettati, formaggi e tapas calde.
COME CONTENERE I COSTI
DEL BUFFET
Il primoaccorgimentoper limitare le spesedel buffet
è risparmiare sulle materie prime senza rinunciare alla
qualità. In questa logica, potete valutare l’idea di com-
praredirettamentedagli agricoltori (di personaoppure
online), attraverso i gruppi d’acquisto solidale o dai
grossisti negli ortomercati di città. Come fa
Vincenzo
Lannino
che racconta: “Per garantirmi buoni prezzi ed
eccellenza degli ingredienti, Alessandro e io andiamo
VINCENZO LANNINO E
ALESSANDRO MINNONE
TITOLARI DEL COLLETTI
DI PALERMO
IL JAZZ CAFÈ DI MILANO
PROPONE CON SUCCESSO
L’APERITIVO A BUFFET
DA 12 ANNI
SPECIALE MOMENTI DI CONSUMO /
Mixer
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UN PO’ DI STORIA
Erano gli anni ’90 quando a Milano imperversava
l’happy hour (od hora feliz).
A lanciare il trend, ovvero a offrire un buffet
gratuito con cocktail a special price all’ora
dell’aperitivo, fu il
Cap Saint Martin
di
Vinicio
Valdo
, celeberrimo imprenditore della night life
milanese, in seguito pioniere nel lanciare le isole
del cibo. “L’happy hour fu una rivoluzione che
cambiò le abitudini della gente. Il buffet gratis
con drink scontati rappresentava un’occasione
per socializzare, permetteva agli studenti di
rendere più lunga la serata e ai lavoratori di
frequentare colleghi e amici senza dovere poi
cucinare a casa”, ricorda
il titolare del Jazz
Cafè Giuseppe Grasso
. Oggi questo modello di
business è obsoleto. “Diciamolo: è impossibile
guadagnare offrendo drink a metà prezzo a base
di buone materie prime e cibo di qualità free.
Di fatto, anche negli anni ’90 in tanti ricorrevano
ai
travasini
per contenere le spese”, commenta
Patrick Piazza
. “Nel tempo però la clientela è
divenuta più colta e preparata in tema di bere
miscelato: utilizzare per i drink prodotti mediocri
oggi sarebbe un boomerang”, conclude
Giovanni Dispinzeri.