TUTTO FOOD

mag.it industriali a marchio o da copackered è quindi con questo canale che le aziende dovranno ragionare. In linea di massima le nostre industrie hanno sempre cercato di assorbire gli aumenti dei costi, e così è stato durante la pandemia, ma oggi ci troviamo di fronte a incrementi di costo della logistica e delle forniture che stanno diventando strutturali. Non si tratta di una questione interna, ma di una dinamica globale che quindi è difficilmente risolvi- bile con tavoli di filiera. Le industrie che rappresentiamo devono garantire qualità ai consumatori. Nei prossimi mesi si assi- sterà a un incremento della polarizzazione dei consumi con un presumibile maggior ricorso ai discount. La distribuzione dovrà contenere le migrazioni dei propri clienti verso gli hard discount o verso la ricerca delle promozioni nelle insegne competitor. Non si annuncia una situazione semplice da gestire, ma l’industria alimentare non è più in grado di fare da cuscinetto”. Se ci saranno contrazioni del mercato interno l’export rappresenterà come sempre la strada per compensare eventuali perdite. Quali sono in generale le categorie di prodotti che performano meglio sui mercati internazionali? “Per le aziende rappresentate da Uif le esportazioni hanno sempre registrato un se- gno positivo e abbiamo raggiunto un risulta- to di oltre 11 miliardi di euro sui 36,6 miliardi realizzati fuori confine dall’intera industria alimentare nel 2020. Il traguardo dei 50 miliardi è un obiettivo che il nostro sistema industriale è in grado di raggiungere. Si fan- no strada i prodotti connotativi dell’italianità come la pasta, il caffè, alcuni prodotti dol- ciari. Come regola generale si può dire che le categorie più avvantaggiate sono quelle percepite come più affini alla cultura e alla tradizione gastronomica dei paesi di de- stinazione. La merendina monoporzione e spezza fame così come la prima colazione dolce all’italiana non trovano una corrispon- denza negli usi per esempio dei paesi an- glofoni o tedeschi. In altri casi i consumatori esteri comprendono e accolgono le nostre specialità nel loro quotidiano come è acca- duto con la cioccolata in Medio Oriente”. La sostenibilità è un’ulteriore leva di competitività? “Dobbiamo coniugare l’apprezzamento del made in Italy alimentare con il green. Se non lo facessimo rischieremmo di es- sere schiacciati tra l’offerta dei paesi che continueranno a produrre senza porsi problemi di responsabilità sociale e am- bientale e quella di paesi molto virtuosi che saranno premiati dalla fetta del mer- cato sensibile alle questioni climatiche e ambientali. I fondi del Pnrr per la trasfor- mazione ecologica sono un’occasione da cogliere.” Prima dell’estate Uif ha stretto un accordo con gli Its per la formazione di specifiche figure professionali. Abbiamo voluto rispondere ai fabbiso- gni professionali dell’industria alimentare che fatica a trovare alcune figure tecniche come tecnici dell’organizzazione e della gestione dei processi produttivi, mecca- nici e tecnici della produzione alimentare, specializzati nelle industrie pastaie. Grazie all’accordo con la Rete Fondazioni Its Ita- lia da settembre sono partiti i nuovi corsi biennali o modulari che prevedono il 30% della loro durata in azienda per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro di tecnici altamente specializzati. Prodotti vegetali 14,6% Dolciario 10,6% Pasta 7% Ca è 3,4% Trasformazione frutta 2,5% Trasformazione ortaggi 6,3% Altre industrie alimentari 9,3% Export industria alimentare 2020 36,6 miliardi di euro, l’ 8,5% del totale export Italia Pasta, riso, ortaggi trasformati Fonte: Elaborazioni Unione Italiana Food su dati Federalimentare e Istat Zucchero, acquaviti e liquori, acque minerali e gassose 16 L’INTERVISTA Speciale A tutto food

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