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08 Agosto 2017A Capo Vaticano, nell’ambito della manifestazione culturale “Estate a casa Berto”, il 31 luglio, verrà celebrata la prima edizione de “Il premio del Capo”, nata da una idea del gruppo Caffo 1915 e dell’Associazione Casa Berto, curata dalla figlia del grande scrittore, Antonia Berto e da Jo Lattari e Marco Mottolese.
Il premio, un’opera orafa di grande cesello del Maestro Gerardo Sacco, vera eccellenza della Calabria, verrà quest’anno consegnato , nell’ambito di una speciale serata a casa Berto, a Paolo Mieli, Nicola Gratteri e Fabio Mollo, tutti presenti a Capo Vaticano durante la consegna.
Il premio viene assegnato per l’interessamento verso i problemi -ma anche per l’individuazione delle opportunità- del sud d’Italia. Questa la motivazione che orienterà anche in futuro la scelta dei vincitori.
Nel corso della serata verranno lette le motivazioni che hanno indotto l’Associazione Casa Berto ed il gruppo Caffo 1915, che da oltre un secolo produce liquori e distillati tra cui il famoso Vecchio Amaro del Capo, a premiare Mieli , Gratteri e Mollo. A consegnare il premio saranno Sebastiano Caffo, amministratore della nota distilleria, e Antonia Berto.
“Estate a casa Berto” , giunta alla sua terza edizione, coniuga, nei luoghi scoperti e amati dal grande scrittore e dove scrisse uno dei capolavori del ‘900 letterario italiano “Il male oscuro” , letteratura, cinema e giornalismo di qualità, per una settimana di proposte di alto profilo e utilizzando gli spazi naturali di Capo Vaticano come “agorà” di incontri culturali e umanistici tra personaggi di diversi settori .
Da quest’anno “Estate a casa Berto” è sostenuta dal Gruppo Caffo 1915, che produce il Vecchio Amaro del Capo, in un ideale e quasi spontaneo fil rouge che unisce la qualità del famoso liquore, che prende il nome dai luoghi bertiani , ad un luogo geografico tra i più belli e preservati d’Italia.
Bagnato da acque cristalline a strapiombo sul mare e immerso nella natura si staglia Capo Vaticano, un tempo considerato un luogo inaccessibile e sacro, uno scrigno segreto ricco di miti e leggende, ma anche di erbe spontanee, fiori e frutti che hanno ispirato l’antica ricetta del Vecchio Amaro del Capo. Il suo nome significa oracolo, infatti secondo una leggenda, un tempo tra le sue grotte dimorava la profetessa Manto, a cui i naviganti si rivolgevano per conoscere il destino del loro viaggio, donandole in cambio diversi doni.
Il Vecchio Amaro del Capo, liquore d’erbe di Calabria, inizialmente distribuito solo nella zona del promontorio di Capo Vaticano è oggi divenuto uno dei prodotti calabresi di maggiore successo e vanta il primato sia commerciale che qualitativo tra i liquori nazionali oltre ad una buona distribuzione anche all’estero. Un successo questo che dimostra che anche rimanendo in Calabria si può fare bene impresa puntando su prodotti di qualità indiscussa.
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