01 Marzo 2018
Metro Cash & Carry coglie l'occasione dell'8 marzo per affrontare il tema delle donne e il lavoro, ma dalla prospettiva specifica delle attività in proprio. Da una ricerca svolta da Metro su 10 Paesi (Cina, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia e Turchia) che ha coinvolto 10mila persone, emerge che circa una donna su due sogna di dar vita alla propria attività. L'idea è suggestiva, ma osservando la realtà la situazione dell'occupazione femminile e delle imprese rosa è ben diversa.
In Italia, a far riflettere innanzitutto il divario tra il desiderio di aprire la propria attività (56% delle donne italiane) e la fiducia in una sua effettiva realizzazione (7%). Le ragioni, secondo le opinioni degli intervistati sono molteplici e risiedono in ambiti diversi. Per quanto riguarda l'Italia, la crisi economica in cui versa il Paese dal 2008 sembra essere il primo deterrente (60%) seguito dalla mancanza di supporti finanziari (51%) e dalla percezione di un numero eccessivo di tasse (48%).
Naturalmente lo scenario economico non è diverso per gli uomini italiani eppure resiste la convinzione, in Italia e all'estero, che per una donna quella dell'imprenditoria sia una strada più difficile che per un uomo. A testimoniarlo a livello internazionale sono il 56% delle donne imprenditrici e il 48% degli uomini del campione: più della metà delle donne che conducono in prima persona la propria attività sostiene che una donna sia più facilmente vittima di pregiudizi. A essere messi in dubbio sarebbero la competenza e la determinazione nel lavoro. Focalizzandoci sull'Italia la percezione peggiora. A sostenere questa differenza penalizzante sono il 62% delle donne imprenditrici e il 50% degli uomini.
"Dai dati della ricerca emergono ancora forti pregiudizi verso il lavoro autonomo delle donne" - commenta Manuela Mallia, Responsabile Horeca Branding & Innovation Metro Italia. - un approccio nuovo potrebbe essere inaugurato facendo leva sulle motivazioni che spingono le donne a desiderare di mettersi in proprio. In Italia il motore principale è la passione. Per il 42% delle intervistate lavorare a qualcosa di coinvolgente è il principale motivo per cui aprirebbero la propria attività. Lavorare sulla passione e incentivarla ci sembra un buon inizio per scardinare la situazione in favore delle donne".
Certo le istituzioni non possono stare a guardare, anche perché il 92% del campione italiano ritiene che il governo dovrebbe promuovere programmi specifici per incentivare l'imprenditoria femminile. La media internazionale sullo stesso quesito scende all'80%, a dimostrazione che non siamo i soli a dover percorrere ancora molta strada.
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A cura di Matteo Cioffi
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