caffè
14 Novembre 2018Nel corso dell'Annual Meeting della European Association for the Study of Diabetes (EASD) 2018 di Berlino, l’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) ha organizzato un evento satellite sul tema "Caffè e diabete di tipo 2: una revisione delle ultime ricerche" in cui si è stato sottolineato il potenziale ruolo del consumo di caffè sulla riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e i possibili meccanismi coinvolti.
Durante il simposio, il Professore Mattias Carlström ha riesaminato le ultime ricerche scientifiche sull'associazione fra il consumo di caffè e il rischio di diabete di tipo 2, compresa la metanalisi "Consumo di caffè e riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2" che ha analizzato 30 studi prospettici, su un totale di più di un milione di partecipanti.
Il Professore Kjeld Hermansen ha esplorato i possibili meccanismi alla base dell'associazione inversa fra consumo di caffè e diabete di tipo 2, presentando i punti salienti delle ricerche svolte in quest'area. Le evidenze suggeriscono che possono essere coinvolti vari fattori, inclusi un effetto antiossidante, un effetto antinfiammatorio, effetti termogenici o la modulazione della diversità del microbioma. Nella presentazione il Professore Hermansen ha anche analizzato la sua stessa ricerca sui composti del caffè, come l'acido caffeico e il cafestolo.
I principali risultati della ricerca evidenziati durante la tavola rotonda sottolineano che:
• Le metanalisi suggeriscono che bere dalle 3 alle 4 tazze di caffè al giorno è associato a una riduzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 approssimativamente del 25%.
• L'associazione inversa fra il consumo di caffè e il diabete di tipo 2 è stata dimostrata sia negli uomini che nelle donne.
• Le metanalisi hanno suggerito che sia il caffè normale che quello decaffeinato sono associati a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2.
• Nel caffè è presente un numero di composti che potrebbero essere clinicamente rilevanti quali: la caffeina, gli acidi idrossicinnamici in particolare l'acido clorogenico, la trigonellina, i diterpeni come il cafestolo e il kahweol e l'acido caffeico.
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